Le cosiddette "ivg" nel 2013 sono più che dimezzate Incidono anche il calo demografico e la assenza di spinta economica all'aborto. Sette medici su dieci sono obiettori
I ginecologi obiettori, che non praticano l'interruzione volontaria di gravidanza (ivg) prevista dalla legge 194 in Italia sono circa il 70%. Un dato stabile, secondo il ministero della Salute: erano infatti il 69.3% nel 2010 e 2011, il 69.6% nel 2012 e il 70% nel 2013. Le ivg, di contro, sono diminuite in modo significativo nel corso degli anni: nel 1983 erano 233.976; nel 2013 sono più che dimezzate (102.760) e nel 2014 sono scese sotto a 97.535.
In 30 anni, quindi, le ivg sono calate di 131.216 unità, mentre i ginecologi non obiettori sono scesi di 117 unità. Numeri che secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, garantiscono l'applicazione della legge 194 sull'ivg. Infatti, come di recente rilevato dallo stesso ministro, in trent'anni c'è stato un "dimezzamento del numero di ivg settimanali, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3,3 ivg a testa a settimana, mentre ne effettuano 1,6 nel 2013, e dalle Regioni non è giunta alcuna segnalazione di carenza di medici non obiettori". Secondo il ministero, quindi, "il numero dei punti ivg appare più che adeguato rispetto al numero delle ivg effettuate". La legge 194, inoltre, come rilevato dal ministero, ''non prevede interventi di ivg in tutte le strutture ospedaliere e ogni regione ha autonomia organizzativa''.
Inoltre diversi sono i fattori che hanno determinato questo calo italiano: innanzitutto demografici, a partire dal parallelo, enorme calo di nascite che si è avuto nello stesso intervallo di tempo. L'inverno demografico si riflette anche sulle gravidanze interrotte: meno concepimenti, meno nascite, e meno aborti. Non c'è infine spinta economica per l'aborto in Italia, insomma, a differenza di quanto accade, per esempio, per la fecondazione assistita, dove il mercato è fiorente e in aumento.
Dati più volte contestati dalla Libera associazione italiana ginecologi per l'applicazione della legge 194 (Laiga), che sostiene come l'Italia sia tra gli ultimi Paesi in Europa per tutela della salute delle donne che vogliono abortire con una media, appunto, del 70% di ginecologi obiettori e otto regioni in cui tale percentuale oscilla tra l'80% e il 90%, come in Molise e Campania.