La Procura generale vuole la massima pena per i genitori, lo zio e i cugini imputati per l’omicidio della diciottenne di Novellara
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Chiesto l'ergastolo cinque i familiari imputati per l'omicidio di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 nelle campagne di Novellara: padre, madre, zio e i due cugini. Il corpo della giovane è stato trovato sepolto all'interno di un casolare sempre a Novellara soltanto nel novembre 2022. La procura generale ha chiesto anche il riconoscimento di tutte le aggravanti, la premeditazione e i futili motivi e il legame familiare. Concludendo la requisitoria nel processo d'appello, il pg Silvia Marzocchi ha chiesto alla Corte una sentenza "che restituisca a Saman il ruolo di vittima di un'azione inumana e barbara, compiuta in esecuzione di una condanna a morte da parte di tutta la famiglia".
L'accusa ha dunque sostenuto la sussistenza dei reati di omicidio e soppressione di cadavere con le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili, arrivando alla richiesta dell'ergastolo con un anno di isolamento diurno per tutti e cinque i familiari della vittima. In primo grado la Corte di assise di Reggio Emilia aveva condannato all'ergastolo i due genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, assolvendoli dalla soppressione di cadavere, a 14 anni lo zio Danish Hasnain e aveva assolto e liberato i due cugini, Nomanhulaq Nomnhulaq e Ikram Ijaz.
In primo grado il padre e la madre erano stati condannati al’ergastolo (la donna era ancora latitante in Pakistan), lo zio a 14 anni, mentre i cugini erano stati assolti. Nell’udienza dello scorso venerdì la pg Marzocchi aveva sottolineato: “Saman è stata condannata da tutta la famiglia”. E sulla sentenza di primo grado aveva detto: "più parole avrebbero dovuto essere scritte per restituire l'inumanità, l'atrocità, il contesto e la modalità dell'uccisione di questa giovane ragazza, e meno parole erano necessarie, invece, rispetto a quelle che sono state scritte nella corposa motivazione, per valutare oggettivamente tutti i fatti e per comporli seguendo un ragionamento lineare, logico, rigoroso e rispettoso delle evidenze processuali".