La 18enne pakistana è stata uccisa a Novellara (Reggio Emilia) tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 e sepolta in una buca
La Corte d'assise di Reggio Emilia ha dato il nulla osta alla restituzione della salma di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa a Novellara tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 e sepolta in una buca, dove il corpo è stato trovato un anno e mezzo dopo. Gli accertamenti sul cadavere sono dunque conclusi, e sarà possibile organizzare i funerali della ragazza. La comunicazione è stata data dalla presidente della Corte Cristina Beretti, nel corso del processo ai cinque familiari imputati per omicidio: i genitori, lo zio e due cugini. Il sindaco di Novellara : "Per i funerali sceglierà il fratello, pagherà il Comune".
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"I funerali di Saman? Sceglierà il fratello e noi lo sosterremo nelle sue decisioni. Lui è reduce dalle udienze in tribunale, gli verrà dato tempo per pensare e poi ci consulteremo. Confermiamo il sostegno economico e valuteremo di indire il lutto cittadino". Lo ha detto il sindaca di Novellara, Elena Carletti,. "Nel prossimo consiglio comunale di novembre verrà data la cittadinanza onoraria a Saman, che cadrà proprio nel periodo del 25 novembre, Giornata internazionale dedicata al contrasto della violenza sulle donne".
Intanto il fratello della giovane, Ali Haider, che solo pochi giorni fa ha testimoniato davanti ai magistrati, rimane non indagato. Dalla lettura degli atti di indagine, dagli interrogatori e dell'esame dello stesso in udienza a Reggio Emilia non emergono elementi per ipotizzare un coinvolgimento del ragazzo nell'omicidio e nella soppressione del cadavere della sorella. E' questa la valutazione della Procura per i minorenni di Bologna, a cui era stata trasmessa l'ordinanza della Corte di assise, dove si diceva che il giovane, 16enne all'epoca dell'omicidio, era potenzialmente indagabile. Per questo la Procura minorile ha disposto la trasmissione degli atti, unendoli al procedimento già archiviato per violenza privata, nel 2021.
La Procura minorile dunque ha inviato gli atti anche alla Procura di Reggio Emilia, che ha depositato i nuovi documenti nell'udienza in corso oggi. Nel valutare la posizione del 18enne, il pm Caterina Sallusti ha segnalato anche che di un suo ipotetico coinvolgimento nessuno degli altri parenti indagati-imputati ha mai fatto cenno, così come non è mai stata evidenziata una sua condivisione del progetto criminale. In più, le immagini delle telecamere dell'azienda agricola di Novellara non lo hanno mai ripreso in attività che possono essere collegate al delitto o allo scavo della buca dove la sorella è stata sepolta e ritrovata a metà novembre 2022.
Dalle intercettazioni si è poi appreso che, dopo i fatti del maggio 2021, il ragazzo abbia chiesto insistentemente, ai genitori fuggiti in Pakistan, dove fosse la sorella e la madre lo aveva rassicurato, dicendogli che li avrebbe raggiunti. L'unica cosa che è stata accertata è come effettivamente abbia mostrato ai genitori le chat tra Saman e il fidanzato, da cui scattò la lite decisiva. Ma quando è stato sentito come testimone, nelle due scorse udienze, il giovane ha spiegato che era stato costretto a farlo dai genitori, di essere pentito di averlo fatto e di non aver immaginato cosa poteva succedere.
Sempre testimoniando, il 18enne ha parlato del rapporto di sudditanza e paura che lo teneva legato ai familiari e delle indicazioni ricevute su cosa fare e cosa dire agli inquirenti, nei giorni successivi alla scomparsa. La Procura minorile, a riguardo, sottolinea la fortissima pressione psicologica subita, per farlo sentire ancora legato ai genitori che l'avevano abbandonato in Italia e per farlo tacere.
Infine, un aspetto che mette al centro la giovane età del fratello di Saman. Se anche si ipotizzasse un comportamento omissivo da parte sua, rileva il pm, non sarebbe certamente ipotizzabile una responsabilità penale a titolo di concorso: all'epoca dei fatti, 16enne, non rivestiva alcuna posizione di garanzia nei confronti della sorella.
AGGIORNAMENTO: Saman, funerale privato a Novellara