Finisce in tribunale lo scontro tra due figli di Alberto Vitaloni, il patron della holding che controlla circa il 60% del mercato italiano degli snack salati, prosegue da anni tra denunce e colpi di scena
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Si colora di nuovi particolari quella che è sta soprannominata la "faida delle patatine". Protagonisti due figli di Alberto Vitaloni, 88 anni, proprietario di San Carlo, la punta di diamante del gruppo alimentare Unichips, che controlla circa il 60% del mercato italiano degli snack salati. Suo figlio Francesco ha denunciato la sorella Susanna per "maltrattamenti in famiglia e circonvenzione d’incapace".
A renderlo noto è il Corriere della Sera. La denuncia sarebbe stata presentata anche per "sequestro di persona" e "violenza privata". In particolare, secondo quanto denunciato, Susanna Vitaloni avrebbe "in custodia" suo padre, che versa in condizioni di salute precarie. Nei documenti si legge che l'uomo non sarebbe più in condizioni "leggere, scrivere, fare i conti", tuttavia continuerebbe a operare scelte per milioni di euro tra intestazioni di immobili in Sardegna e cessioni di quote societarie. Inoltre, avrebbe firmato atti notarili a vantaggio di Susanna, unica donna fra i quattro eredi. Francesco Vitaloni, che è assistito dall’avvocato Mario Marino, ha anche denunciato che gli verrebbe "impedito" di vedere il proprio genitore.
Nella sua denuncia Francesco Vitaloni ha incluso anche i "collaboratori" della sorella Susanna. Sempre secondo il quotidiano di via Solferino non è la prima volta che gli eredi del patron di "San Carlo" si trovano in guerra. Già in precedenza si erano sfidati sull'eredità della mamma. Nel marzo del 2016 Vitaloni aveva donato a ciascuno dei suoi figli una quota del 15% della società. Un mese dopo la morte di sua moglie, però, fece una ulteriore donazione del 35,04% alla figlia Susanna, che ottenne così la maggioranza delle azioni di Unichips. Nel luglio 2017 i suoi fratelli, Francesco e Michele Vitaloni, fecero causa a Susanna accusandola di circonvenzione di incapace e chiesero al Tribunale civile di Milano di nominare un "amministratore di sostegno" per il padre. L'inchiesta della Procura di Milano si concluse con l'archiviazione, non essendo emersa nessuna prova di reati commessi da Susanna Vitaloni ai danni del padre. La guerra, però, non è terminata. Ora questo nuovo capitolo.