Inutile il tentativo di frenata da parte del macchinista. I ragazzi non hanno utilizzato il sottopassaggio presente in stazione. Secondo le prime indagini ci sarebbe stata una "challenge"
Potrebbe essere stato un gioco pericoloso, quello di schivare il treno all'ultimo, alla base della tragedia di San Pietro Berbenno, in Valtellina. Due minorenni (17 e 15 anni) sono morti travolti dal treno che sopraggiungeva in stazione a 100 chilometri orari, mentre stavano attraversando i binari. Le vittime, Meriton Ajeti, nato in Kosovo e residente a Sondrio, dove frequentava il primo anno di Ragioneria, e Manuel Gabriel Tejada Reyes, nato a Gallarate, in provincia di Varese, da famiglia originaria dell’Argentina, anche lui residente a Sondrio, non si sono servite del sottopassaggio pedonale per attraversare i binari, come invece hanno fatto gli altri amici. I due adolescenti erano in compagnia di un terzo 15enne, investito pure lui ma vivo per un soffio. Il macchinista del treno, che viaggiava a 100 chilometri orari e che non doveva fermarsi in quella stazione ma era diretto a Milano, non ha potuto evitare l'impatto. La dinamica è in corso di accertamento, ma Il Giorno, riferendo delle prime indagini, parla di una sfida tra ragazzi.
L'incidente è accaduto poco prima delle 18. I due amici, con un terzo che si è salvato, anziché servirsi del vicino sottopasso pedonale, avevano deciso di scavalcare il muretto in cemento che divide i binari dalla trafficata statale 38 dello Stelvio. Proprio in quel momento arrivava, a velocità sostenuta, il convoglio di Trenord diretto alla stazione Centrale di Milano che in quella stazione non si sarebbe infatti dovuto fermare.
Il macchinista non ha fatto in tempo a frenare e non ha potuto evitare il tremendo impatto con i due giovanissimi che sono stati scaraventati sulla massicciata. I ragazzi non hanno avuto scampo, nonostante l'immediato allarme lanciato alla centrale di Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza). Impossibile per il treno evitare l'impatto tant'è vero che alla fine il convoglio, nonostante la frenata di emergenza, si è fermato a circa 150 metri dal punto dove è avvenuto l'investimento mortale.
Sul posto, per accertare i fatti e raccogliere le testimonianze, i carabinieri della locale caserma, quelli del Comando provinciale di Sondrio con il colonnello Marco Piras comandante provinciale, la Polizia di Stato con anche esperti dell'Ufficio della Scientifica e i Vigili del fuoco del capoluogo valtellinese. È arrivato sul posto anche il magistrato di turno della Procura che, dopo la conclusione dei rilievi, ha autorizzato la rimozione dei due cadaveri rimasti coperti dai teli bianchi fra i binari.
La circolazione ferroviaria bel tratto Sondrio-Colico è rimasta sospesa diverse ore con ritardi sull'intera linea e l'organizzazione di corse sostitutive con bus da parte di Trenord.
La Procura di Sondrio ha aperto un'inchiesta, come da prassi in casi del genere. Restano da chiarire molti aspetti della tragedia. I ragazzini vittime del tragico incidente avrebbero dovuto fare rientro a Sondrio con un treno locale che ferma anche alla stazione di Berbenno dove si è consumata la tragedia.
Con un gruppo di una decina di amici tra i 13 e i 17 anni avevano trascorso il pomeriggio al luna park.
Come riporta Il Giorno, "all'origine dell'incidente, le secondo le prime indagini della questura di Sondrio, con i carabinieri del Comando provinciale e la Polfer di Lecco, ci sarebbe stata una challenge, ossia una pericolosissima sfida in voga tra molti giovanissimi: attraversare i binari all’ultimo momento, prima dell’arrivo del treno".
Nelle prossime ore la Procura deciderà se disporre l’autopsia, mentre è stato deciso il sequestro del convoglio.