Un emendamento dei relatori al decreto bollette, approvato alla Camera, cambia le regole aprendo la porta all'esternalizzazione dei servizi in caso di necessità anche nelle altre aree mediche
I medici gettonisti potranno essere chiamati dalle aziende ospedaliere non solo nei servizi di emergenza-urgenza, ma anche in altri reparti se necessario. E' quanto prevede un emendamento dei relatori al decreto bollette, approvato nelle commissioni riunite Finanze e affari sociali della Camera. Nel testo si legge infatti che i servizi di esternazionalizzazione possono essere affidati e "prorogati" fino a un massimo di 12 mesi e non devono essere riferiti necessariamente a servizi di "emergenza-urgenza".
"Nel testo in entrata, l'articolo 10 prevedeva che le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale, "possono affidare a terzi i servizi medici e infermieristici solo in caso di necessità e urgenza, in un'unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio, di assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore, nonché di espletare le procedure di reclutamento del personale medico e infermieristico autorizzate".
Il documento precisava inoltre che tali servizi "possono essere affidati esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un periodo non superiore a dodici mesi, ad operatori economici che si avvalgono di personale medico e infermieristico in possesso dei requisiti di professionalità contemplati dalle disposizioni vigenti".
L'emendamento al comma 2 dell'articolo 10, approvato in commissione, stabilisce invece che i servizi di esternalizzazione possono essere, oltre che affidati, anche "prorogati in caso di contratti in corso di esecuzione". Inoltre, vengono soppresse le parole "esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedaliera". I gettonisti potranno dunque essere impiegati anche in altri reparti, sempre per un periodo non superiore ai dodici mesi. E così si attenua la stretta prevista nel testo originale.