Impossibile non ricordare quell'uomo che timbrava in ciabatte, slip e maglietta, per poi rientrare nel vicino alloggio. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, ma ora la vicenda si è definitivamente chiusa
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Impossibile non ricordare quell'uomo che timbrava in ciabatte, slip e maglietta, per poi rientrare nel vicino alloggio da custode. Le immagini hanno letteralmente fatto il giro del mondo, ma ora la vicenda si è definitivamente chiusa: licenziato il vigile in mutande, e cioè colui che è diventato il simbolo dell'inchiesta sui "furbetti del cartellino" a Sanremo. Su Alberto Muraglia, 53 anni, è calata la ghigliottina che era sospesa sulla sua testa dal 22 ottobre, il giorno del blitz "Stakanov" della Guardia di finanza che portò agli arresti domiciliari 35 persone. Solo la settimana scorsa altri 4 dipendenti sono stati licenziati, ma la lista, a quanto pare è destinata ad allungarsi.
Avvocato vigile: "Impugneremo il licenziamento" - "Non ho ancora letto a fondo il provvedimento, ma sicuramente lo impugneremo, perché il mio assistito si è puntualmente giustificato delle contestazioni". Così l'avvocato Alessandro Moroni, di Sanremo, commenta la notizia del licenziamento di Alberto Muraglia. Moroni ha sostenuto sin dall'inizio che il suo assistito quella mattina si doveva ancora mettere in pantaloni, in quanto stava uscendo per un servizio urgente al mercato.
E negli interrogatori successivi al blitz della Finanza compiuto il 22 ottobre scorso aveva anche detto: "Mi è capitato di smontare dal servizio, di arrivare a casa e ricordarmi di non aver timbrato. Per evitare di rivestirmi sono andato a strisciare il badge anche in pigiama".
Ecco come si è difeso a "Domenica Live"