"Lanciafiamme contro i gay": parroco nella bufera per un post su Facebook
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Don Silvio Foddis attaccato dal Movimento Omosessuale Sardo che annuncia una denuncia per istigazione all'omicidio. Il vescovo minimizza: "Reazione impulsiva ed equivocata". Il sacerdote alla fine chiede scusa
"Un lanciafiamme per accendere quello che è quasi spento". Un commento, quello postato su Facebook da don Silvio Foddis, 60enne parroco di Arborea, centro dell'Oristanese, che ha subito innescato la polemica: l'intervento, infatti, è comparso a margine della foto di due uomini gay completamente nudi durante il gay pride spagnolo. E il Movimento Omosessuale Sardo insorge: "Istigazione all'omicidio".
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Già sul social il sacerdote era stato ripreso da un utente: "Ma lei non è un prete? E secondo lei sono affermazioni che si addicono a un prete?". E don Silvio aveva risposto spiegando di essere "anche una persona, un uomo e un cittadino, e quindi... scrivo. Avrei potuto andare anche un po' più in là. O dobbiamo sorbirci tutte le porcate di questo mondo? O forse loro hanno il diritto di protestare e le altre persone di subire?".
Per Massimo Mele, esponente del Movimento Omosessuale Sardo, si tratta però di "dichiarazioni contro la legge degli uomini e anche contro la legge di Dio. Quelle parole non possono passare sotto silenzio, né essere ignorate come chiacchiere da bar perché lui non è un semplice cittadino ma un prete a cui, purtroppo, è riconosciuta una funzione sociale di guida e di educazione". E per questo il Mos annuncia che presenterà una denuncia per istigazione all'omicidio, e invita le istituzioni della Sardegna a fare altrettanto.
La presidente del Movimento, Barbara Tetti, rincara la dose definendo le parole di don Foddis "un gravissimo atto di istigazione all'odio e alla violenza omicida" e si augura che "anche la Chiesa sarda, nella persona dell'arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna, prenda al più presto provvedimenti contro il parroco di Arborea e dimostri così la sua estraneità ai deliri assassini e all'odio che troppo spesso registriamo dai suoi rappresentanti".
L'arcivescovo, però, minimizza. E in una nota pubblicata sulla home page del proprio sito, la Diocesi spiega che il prelato ha parlato al telefono con il parroco e "ha appurato" che quella di don Silvio "è stata una reazione impulsiva e forte ad una foto di grande impatto e, a quanto pare, equivocata, in quanto fuori contesto, a sostegno della pratica del naturalismo".
Dopo polemiche e contropolemiche, però, il sacerdote, sempre su Facebook, ha chiesto scusa: "Dopo una giornata in cui si è dato libero sfogo ai commenti, e alle gratuite offese, sulle mie parole consapevole che in ogni caso il cristiano è chiamato a fare il primo passo, per quanto mi risulti difficile capire tutto questo chiedo scusa a chi si è sentito offeso per quello che non voleva essere assolutamente una offesa".