Il servizio sanitario regionale, denuncia la figlia, non è in grado di fornirgliene a sufficienza
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Da vent'anni, Monica, 43enne di Alghero, combatte col morbo di Crohn, un'infiammazione cronica dell'intestino, che le impedisce di assorbire gli alimenti. La donna è arrivata a pesare 37 chili: per salvarla è necessario un intervento. Ma prima, Monica deve riprendere peso. E l'unico sistema sono le flebo nutrizionali. Il problema, come riporta La Nuova Sardegna, è che il servizio sanitario regionale non è in grado di fornirgliene a sufficienza.
"All'ospedale Gemelli di Roma le hanno prescritto sacche da 2.200 calorie di Olimel - racconta la figlia più grande, Noemi, 20 anni -. Ma ad Alghero, le sono state date confezioni con quantitativo minore. Siamo partiti da mille calorie, e ora siamo a 1.700, ma non basta: in due settimane ha preso solo un chilo. Nella farmacia ospedaliera ci hanno spiegato, con un certo imbarazzo, che non ne hanno altre. Vediamo mia madre morire di fame".
"Conviviamo con questo problema da vent'anni - aggiunge la giovane -. Mia madre in questo tempo ha subito diversi interventi, ma all'inizio di ottobre siamo arrivati al Gemelli tramite un gastroenterologo del Brotzu di Cagliari. Lì è bastata una visita per diagnosticare una fistola duodeno-ileale che non le consente di digerire e assorbire gli alimenti". Ora è necessario un intervento, al quale la madre dovrebbe sottoporsi tra un paio di settimane.
Solo che, spiega la figlia, "è arrivata a pesare 37 chili e mezzo, mentre per affrontare la sala operatoria dovrebbe pesarne almeno dieci in più. Dopo la diagnosi, la programmazione dell'intervento e l'assegnazione del piano terapeutico, mia madre è tornata ad Alghero in dimissione protetta, ed è stata affidata all'Assistenza domiciliare integrata", spiega. Ora però le flebo nutrizionali che le sono state fornite non sono sufficienti.