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Niente detenzione domiciliare o braccialetto elettronico per Graziano Mesina, il bandito sardo condannato in primo grado nel 2016 a trent'anni di carcere per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti. Lo ha deciso la Cassazione, che nelle motivazioni di rigetto della richiesta di scarcerazione definisce le "potenzialità criminogene" di Mesina "attuali ed effettive", non "fronteggiabili" con misure meno gravose del carcere.