Nata maschio, in terapia ormonale

Olbia, adolescente va con i genitori dal giudice per cambiare sesso

Nata maschio, da un anno in terapia ormonale, una diciassettenne attende il via libera all'intervento chirurgico

11 Apr 2018 - 17:55
 © lapresse

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Si è presentata in Tribunale accompagnata dai genitori, che la sostengono e hanno avviato con lei la causa civile, per ottenere dal giudice di Tempio Pausania (Olbia-Tempio) l'autorizzazione a cambiare sesso. Nata maschio, da un anno in terapia ormonale, una diciassettenne attende ora il via libera all'intervento chirurgico. E' il terzo caso in Italia di un minore che si rivolge alla giustizia per il cambio di genere, sostenuto da madre e padre.

La storia A rappresentare l'adolescente e i suoi genitori è l'avvocato Cathy La Torre, da anni impegnata nelle cause per i diritti delle trans e nelle battaglie di genere. "Abbiamo tenuto l'udienza, l'intero iter è stato fatto in questo anno, in una regione che si è dimostrata comunque molto sensibile. Ora attendiamo la decisione", ha dichiarato all'Ansa il legale.

La pratica è iniziata un anno fa. "Il percorso per il cambio di sesso è altamente medicalizzato - sottolinea La Torre, - ora i genitori si sono costituiti assieme al minore. Al giudice hanno raccontato la sofferenza patita dalla loro figlia, nata trans, e cosa la famiglia ha dovuto fare in questi anni. E' stata necessaria una pronuncia della Commissione bioetica dell'azienda sanitaria di Olbia e poi della neuropsichiatria e, da un anno, è iniziata anche la terapia ormonale. Ora l'ultimo atto, la causa, per ottenere il via libera all'intervento chirurgico".

L'avvocata La Torre, ex consigliere comunale di Bologna, attivista Lgbt e da anni nel Movimento identità transessuale (Mit), appare soddisfatta per la sensibilità mostrata in Sardegna verso la vicenda dell'adolescente. "Nonostante le difficoltà - racconta - i genitori hanno sostenuto la figlia nella sua scelta d'identità, raccontando oggi al giudice le sofferenze patite dalla ragazza, nata maschio, e il suo impegno per affrontare il percorso e fare l'intervento. In Italia altre due volte si è verificato un caso analogo e, per fortuna, entrambi sono andati bene. Ora aspettiamo".

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