MOVENTE: IPOTESI USURA

Strage in Gallura, fermato un 35enne Amico di famiglia, ha fatto entrare i killer

Angelo Frigeri, artigiano, aveva le chiavi della casa, dove stava effettuando alcuni lavori. E' crollato durante l'interrogatorio. Sembra abbia aperto la porta sotto minaccia. Oggi l'autopsia delle tre vittime

19 Mag 2014 - 16:32
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Un uomo di 35 anni, Angelo Frigeri, amico di famiglia delle vittime, è stato fermato dai carabinieri del Comando provinciale di Sassari e della Compagnia di Tempio, coordinati dal procuratore Domenico Fiordalisi, per il triplice omicidio di Tempio Pausania, in Gallura. Frigeri, un artigiano, si è contraddetto ed è poi crollato durante l'interrogatorio. Sembra però che non sia stato lui a uccidere: avrebbe aperto la porta ai killer sotto minaccia.

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Cosa sia accaduto effettivamente in quell'abitazione al primo piano di via Villa Bruna, ma anche nel negozio che si trova nello stesso stabile in via Villa Marina, e quante persone siano state coinvolte nella strage, rimane per il momento un mistero. Nel suo lungo interrogatorio Angelo Frigeri, secondo alcune indiscrezioni trapelate e ancora non confermate dagli inquirenti, avrebbe detto di essere stato minacciato e obbligato a far entrare in casa due persone. Non è chiaro se poi sia uscito dall'appartamento per fare il "palo" e controllare la zona, per poi rientrare a ripulirlo. Da chiarire poi se il delitto sia stato premeditato, o se a scatenarlo sia stata la reazione di uno dei componenti della famiglia.

Le dichiarazioni di Frigeri sul delitto fin dall'inizio della vicenda non avevano convinto gli inquirenti, i quali avevano rilevato discrepanze nelle sue parole e lo avevano così tenuto sotto torchio, interrogandolo per ore.

Intanto, si respira rabbia davanti alla caserma dei carabinieri di via Sturzo. Insieme ai cronisti si è radunato un folto gruppo di cittadini. All'uscita dell'artigiano dal palazzo, i presenti hanno inveito contro di lui urlando "Bastardo, bastardo". Sconosciuto per ora il movente del brutale omicidio, l'ipotesi più avvalorata è quella legata all'ombra dell'usura.

Tre uomini nei video delle telecamere - Per dare un volto al killer, gli investigatori avevano subito sequestrato le immagini riprese dalle telecamere del bar vicino alla casa e al negozio degli Azzena, sterminati sabato pomeriggio, mentre i corpi di Giovanni Maria, 50 anni, della moglie Giulia Zanzani, 48, e del piccolo Pietro, 12, saranno sottoposti all'autopsia. Gli esami saranno eseguiti nell'Istituto di patologia forense di Sassari dal medico legale Salvatore Lorenzoni e si protrarranno per l'intera giornata.

Proprio grazie ai video sequestrati sono state individuate alcune persone, tra cui lo stesso Frigeri. Le immagini mostrano infatti un uomo uscire da casa ed entrare nel negozio e poi tornare indietro con una busta, forse del materiale o documenti.

Dal video pare certo che l'uomo avesse con sé le chiavi di casa: secondo indiscrezioni, ne era in possesso poiché stava eseguendo alcuni lavori nella casa di via Villa Bruna. Con lui altre due persone.

Oltre agli interrogatori, gli inquirenti hanno eseguito anche varie perquisizioni tra Tempio Pausania e Santa Teresa, acquisendo "documenti molto importanti" ai fini dell'indagine.

Pietro, una partita mai giocata - Il delitto sarebbe avvenuto prima delle 15,30 secondo le ipotesi degli investigatori. Il bambino infatti era atteso alla scuola di calcio locale, Civitas, nel pomeriggio, alle 15,30, ma non ci è mai arrivato. Per questo gli assassini avrebbero colpito prima di quell'ora.

A fare la macabra scoperta, sabato, era stata la sorella della donna uccisa, Antonella, che era entrata in casa con una copia delle chiavi. Si rafforza intanto l'ipotesi che i responsabili possano aver spostato i corpi, ripulendo dal sangue la scena del delitto, visto che i carabinieri avrebbero trovato la casa in perfetto ordine. Nessun segno di scasso è stato rinvenuto sulla porta e questo indica che gli Azzena potrebbero aver aperto a chi poi li ha uccisi. E' possibile che i colpevoli del delitto abbiano tenuto in ostaggio la famiglia, forse per chiedere denaro, e poi sia successo qualcosa che ha fatto scaturire la tragedia.

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