Secondo il giudice, vista la complessità della dinamica del triplice omicidio, è possibile che l'uccisione di padre, madre e figlio sia avvenuta in momenti diversi. Per il giudice, Frigeri potrebbe commettere ancora azioni simili
Angelo Frigeri, il 32enne accusato della strage familiare di Tempio Pausania, in Gallura, non può aver agito da solo. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Tempio, Marco Contu. Secondo il giudice, vista la complessità della dinamica del triplice omicidio, è possibile che l'uccisione di padre, madre e figlio sia avvenuta in momenti diversi.
"Può ancora commettere altri reati" - Nell'ordinanza c'è anche la reiterazione del reato. Secondo il giudice, Frigeri ha partecipato al triplice omicidio senza tirarsi indietro, senza esitazione, e quindi potrebbe commettere ancora azioni simili. Frigeri è accusato dell'omicidio di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlioletto Pietro, di soli 12 anni.
Motivazioni pesanti come un macigno che inchiodano l'uomo, lasciando aperto tutto lo scenario investigativo, sia sul fronte del movente ancora tutto da decifrare, ma probabilmente legato ai prestiti con tassi usurai in cui era coinvolto il capofamiglia, sia sul fronte dei complici. Il tuttofare, amico della famiglia Azzena, davanti al gip ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, dopo che nei giorni scorsi nei lunghi interrogatori a cui è stato sottoposto aveva rilasciato dichiarazioni contrastanti ammettendo però di aver collaborato al delitto.
Al colloquio in carcere, invece, forse consigliato dal suo nuovo avvocato d'ufficio Maurizio Mani - dopo la rinuncia in 24 ore degli avvocati Giovanni Azzena e Gianfranca Sotgiu - ha scelto di rimanere in silenzio, di non parlare più di quelle persone che lo avrebbero costretto ad aprire la porta dell'abitazione degli Azzena in via Villa Bruna, di quei napoletani e di quei concittadini che lo avrebbero minacciato obbligandolo a ripulire l'appartamento dopo la strage.
Il giudice dopo essersi riservato e aver analizzato l'imponente documentazione che i carabinieri del Comando Provinciale di Sassari e della Compagnia di Tempio Pausania hanno raccolto sul caso, ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, ma non ha convalidato il fermo perché mancavano i presupposti oggettivi del pericolo di fuga.
Frigeri ha "confessato" due volte - Frigeri per ben due volte ha confessato di essere l'autore del triplice omicidio, spiega il gip nell'ordinanza, riferendosi ai vari interrogatori a cui l'operaio indagato si è sottoposto. Inizialmente ha detto di "essersi recato a casa della famiglia Azzena quel giorno per cambiare il filo dell'antenna e per lavorare su un lampadario e di aver assistito agli omicidi". E ha incolpato della strage una terza persona di cui non ha fatto il nome.
Un nominativo che però era presente, secondo quanto dichiarato da Frigeri, nel quaderno poi prelevato nel negozio dei coniugi ucciso. L'operaio, scrive sempre il Gip, "precisava che il tutto era stato pianificato e che l'autore degli omicidi era stato fatto entrare in casa da lui e che egli non aveva fatto nulla per impedire la commissione degli omicidi stessi". Nello stesso interrogatorio l'indagato ha poi cambiato versione e "si assumeva la paternità degli omicidi, precisando di aver ucciso prima Giulia, poi Giovanni e infine Pietro".
Anche nell'interrogatorio successivo il tuttofare "ribadiva di essere l'autore dei tre omicidi", ma non spiegava né le ragioni né il modo in cui aveva ucciso i tre.