A far scattare l'allarme, il tema di un bambino sulle prospettive di vita: "L'ho lasciato in bianco, perché non so cosa dire"
© Francesco Alesi per Save The Children
È un trend preoccupante quello emerso grazie alla spontaneità di un bambino, che ha lasciato quasi in bianco un tema sulle prospettive future di vita. "Il mio futuro - ha detto il giovanissimo - è una pagina bianca. Ho in mano una penna ma non so scrivere". Una confessione preoccupante ma sincera, che se da una parte è stata premiata con un bel 9, dall'altra ha confermato uno scenario incerto, denunciato da Save the Children.
Secondo quanto osservato dalla ricerca Domani (Im)possibili, "più di 100mila ragazzi e ragazze neanche con il lavoro potranno uscire dalle condizioni attuali di povertà, in cui si trovano".
A rischio anche la conclusione dei percorsi scolastici, "più di uno su quattro, infatti, pensa di non terminare la scuola", osserva Save the Children. Più preoccupante la visione delle giovani donne, che anche se certe di concludere anche l'università - il 69, 4% - rispetto ai maschi, "non sono convinte di trovare una mansione dignitosa". Una posizione sostenuta dal 46%, vissuta con: "l'ansia, da parte del 24,8% degli adolescenti", "con sfiducia secondo il 5,8%", e "paura dal 12,1%". Rimane totalmente indifferente il 10,5%.
Dati che hanno spinto Save the Children ad affermare che sia "indispensabile un piano strategico di lungo periodo e investimenti certi per contrastare la povertà minorile e per restituire fiducia e aspirazioni ai giovani". La viceministra alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci ha ricordato, tra l'altro, che il governo sta utilizzando la "Child Guarantee", il programma europeo che mette a disposizione fondi straordinari per l'infanzia e ha sottolineato "l'alleanza virtuosa tra istituzioni, imprese, terzo settore". Fiducioso in un miglioramento anche il commissario europeo per l'Economia Paolo Gentiloni, secondo cui "bisognerà sfruttare al massimo il Pnrr e la Next Generation Ue". "Scioccato e arrabbiato per i risultati dell'indagine", invece, Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis.
Non sembra avere dubbi sul suo futuro, Amel, 22 anni, nata a Ragusa e di origini tunisine che sin da piccola lavorava nei campi e nelle serre di pomodori. "Vivevo - ha dichiarato la giovane studentessa - una vita che non mi apparteneva. Avevo capito che lo studio poteva essere la porta di uscita da quella vita faticosa, e così mi sono riuscita a diplomare. Sono stata la prima tra le ragazze che conosco, molte mie amiche sono già sposate", ha detto Amel.