ERA SEPOLTO AD ALESSANDRIA

Savoia, la salma di Vittorio Emanuele III è rientrata in Italia dall'Egitto

Il feretro sarà sepolto in Piemonte accanto alla regina Elena. Emanuele Filiberto a Tgcom24: "Volevamo che fosse sepolto al Pantheon, non capiamo tutta questa segretezza"

17 Dic 2017 - 19:18
 © ansa

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La salma di Vittorio Emanuele III, sepolta fino ad ora nella cattedrale di Santa Caterina ad Alessandria d'Egitto, è tornata in Italia. L'aereo militare che la trasportava è atterrato in mattinata all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. Il corpo del re riposerà accanto a quello della regina Elena, traslato da Montpellier, nel Santuario di Vicoforte, in Piemonte, in un loculo ricavato all'interno della cappella di San Bernardo.

Ma una parte della famiglia reale non è d'accordo e, a quanto sembra, è intenzionata a dare battaglia. Gian Nicolino Narducci, segretario di Serge di Jugoslavia, ha incontrato il rettore della basilica, don Meo Bessone, e nel corso di un colloquio che alcune fonti hanno definito "concitato" ha fatto presente che "tutto si può ancora bloccare".

"Mio nonno - ha detto da parte sua Emanuele Filiberto a Tgcom24 riferendosi a Umberto II, ultimo re d'Italia - diceva che le salme resteranno in esilio finché non torneranno al Pantheon a Roma. Dal 2002, quando è stata abrogata la norma transitoria della Costituzione sull'esilio, non c'erano più problemi nel riportarle in Italia. Ma abbiamo sempre aspettato. Ed è da sempre che vogliamo siano collocate al Pantheon".

Emanuele Filiberto si è detto "felice" per il rientro della bisnonna in Italia - ringraziando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per averlo reso possibile - ma anche "sorpreso" per la segretezza dell'operazione: "Io l'ho appreso dalla stampa e dalle agenzie. Non capisco questa specie di 'vergogna' di riportare in Italia questa amata regina. Lo trovo strano".

Del rientro delle salme del re e della regina si è iniziato a parlare nel 2011, anno a cui risale la richiesta dei familiari di Casa Savoia. Istanza poi reiterata nel 2013 con la dichiarata disponibilità del vescovo di Mondovì, monsignor Luciano Pacomio. Il tutto cadrebbe nel settantesimo anniversario della morte di Vittorio Emanuele III (28 dicembre 1947) e, come ha voluto sottolineare la principessa Maria Gabriella, "nel centenario della Grande Guerra" con l'auspicio che l'iniziativa "concorra alla composizione della memoria nazionale".

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