Giovanni Brusca, il boss che schiacciò il pulsante a Capaci
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Franca Castellese, madre del bimbo ucciso e sciolto nell'acido a soli 12 anni nel 1996, sulla libertà del boss: "Non ha mai chiesto scusa per un crimine orrendo"
"Rispettiamo le leggi e le sentenze dello Stato, ma Giovanni Brusca non potrò mai perdonarlo". Lo ha affermato Franca Castellese, madre di Giuseppe Di Matteo, ucciso a soli 12 anni l'11 gennaio 1996: venne fatto sequestrare e poi sciogliere nell'acido dal boss scarcerato lunedì per fine pena. "Mi ha ucciso il figlio che conosceva bene e con cui ha giocato a casa - ha detto ancora la donna -. Nel mio cuore come posso perdonarlo?".
Nessun pentimento - "Non c'è mai stata una forma di pentimento pubblico per quello che ha fatto. Durante i processi Brusca non ha mai chiesto scusa alla famiglia per un delitto che non è solo un omicidio di mafia ma un crimine orrendo", ha detto la madre del piccolo Giuseppe Di Matteo, tramite l'avvocato Monica Genovese.
Il fratello: "Non si avvicini" - La scarcerazione di Brusca è stata commentata anche da Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe. "Spero che Brusca non provi nemmeno a chiedere perdono a me o alla mia famiglia, spero non osi fare anche un solo passo verso di noi", ha detto.
Stato di diritto - Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova ha spiegato la vicenda Brusca da un punto di vista legale. "Se la legge è stata applicata correttamente, come immagino, la decisione sulla scarcerazione di Brusca era obbligata. E' anche questo che rende lo stato di diritto più forte dei mafiosi e dei loro crimini orrendi", ha detto.
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