Ma per i suoi avvocati Cristian Lanzi era fuori dall'orario di reperibilità quando incontrò il leader leghista
Cristian Lanzi è un dipendente a tempo indeterminato di una nota azienda di logistica, ma è anche sindacalista della Cgil. Era in malattia quando ha scattato un selfie con Matteo Salvini in campagna elettorale, in Emilia Romagna. Pochi giorni fa la società lo licenzia in tronco perché "era personalmente alla visita del segretario della Lega a Minerbio, benché fosse in malattia dal 2 ottobre". "Licenziamento nullo quanto inammissibile – spiegano i suoi avvocati, Francesco Alleva, Ugo Lenzi e Gabriele Cazzara – intimato per ragione di credo politico e dall’appartenenza ad un sindacato"
Lanzi, impiegato in ditta come carrelliere, è rappresentante Cgil nella stessa. Malgrado ciò vota Lega "E non sono il solo del sindacato" spiega subito. Quella foto sorridente avrebbe "indispettito, non poco, anche i suoi colleghi di lavoro, soprattutto in considerazione della sua carica di Rsa". Ma lui, 47 anni, padre di famiglia con moglie e tre figli, non ci sta e si rivolge agli avvocati.
Dal 2 ottobre è in malattia con prognosi al 6 dicembre per una patologia, "certificata e documentata dal medico generico, dalla specialista dell’Ausl e confermata dai farmaci somministrati". E per la quale, spiega, "è vivamente raccomandato dagli stessi curanti di uscire di casa fuori dalle fasce di reperibilità". "Leggo su Facebook – riferisce Cristian – che c’è Salvini a Minerbio alle 15 e così decido di farmi un giro fuori dagli orari di reperibilità". Ma per la sua azienda "il dipendente non ha fornito giustificazioni". Poi le accuse: "Quanto le è stato contestato, costituisce grave infrazione alla disciplina inerente al rapporto di lavoro, rappresentando una violazione dei doveri di fedeltà, buona fede e correttezza". Ma ecco la replica dei suoi avvocati "Il selfie con Salvini - sottolineano - è delle 16.10, fuori dall’orario di reperibilità che, come noto, per i dipendenti privati al pomeriggio va dalle 17 alle 19". La battaglia ora passa in tribunale.