L'udienza davanti al Tribunale di Roma si terrà il 4 marzo
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Francesco Schettino, l'ex comandante della Costa Concordia condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio costato la vita a 32 persone il 13 gennaio 2012, ha chiesto di accedere al regime di semilibertà. Schettino, infatti, ha maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative al carcere avendo già scontato oltre metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si terrà il 4 marzo.
Una delle persone sopravvissute al naufragio, la 27enne Vanessa Brolli, che era in vacanza sulla Costa Concordia con i fratelli, i genitori e altri parenti per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, ha commentato la notizia della richiesta di semilibertà di Schettino in un'intervista a Il Resto del Carlino: "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".
Alle 18.57 del 13 gennaio 2012 la Costa Concordia, con a bordo 4.229 persone, salpa da Civitavecchia per l'ultima tappa della crociera nel mar Mediterraneo in direzione di Savona. Alle 21.42 urta uno scoglio nei pressi del Giglio, per una manovra sottocosta, il cosiddetto "inchino", che il comandante aveva deciso di fare proprio di fronte all'abitato. Un azzardo che costò la vita a 32 persone. Già nelle prime ore emerge, in negativo, il ruolo di Schettino, su cui si indirizzano le indagini. Il comandante viene arrestato il 16 gennaio e finisce prima in carcere e poi ai domiciliari (confermati poi in Cassazione). Il giorno successivo viene diffusa la telefonata con il capitano della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco: l'ordine di quest'ultimo a Schettino, quel "vada a bordo, c....", fa il giro del mondo. Il 5 luglio vengono revocati i domiciliari per Schettino, per il quale resta però l'obbligo di dimora a Meta di Sorrento. Sul finire dell'anno, il 20 dicembre, si chiudono le indagini: 8 gli indagati, compreso Schettino. Per lui le accuse sono di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave, omessa comunicazione dell'incidente alle autorità marittime.
Il 22 maggio 2013 il gup rinvia a giudizio Schettino per tutti i reati contestati revocando l'obbligo di dimora. A luglio arrivano le prime condanne: cinque coimputati patteggiano pene tra un anno e 6 mesi e due anni e 10 mesi. Il 15 febbraio 2015 - con il relitto della Costa Concordia trainato nel porto di Genova ormai da oltre sei mesi - arriva la sentenza di condanna a 16 anni per Schettino, confermata poi anche dalla corte d'appello di Firenze. La conferma in via definitiva arriva, invece, il 12 maggio 2017 in Cassazione. Schettino si costituisce nel carcere romano di Rebibbia dov'è tuttora detenuto. Nel 2022 anche la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo conferma la condanna. Il prossimo 4 marzo ci sarà l'udienza per la richiesta di semilibertà avanzata da Schettino dopo aver maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative al carcere.