Speciale È morto Papa Francesco
Tra sacro e profano

Il toto-Papa infiamma i bookmaker esteri (ma in Italia non si può): testa a testa Parolin-Tagle

Il porporato italiano è davanti a quello filippino secondo gli scommettitori. Ma giocare sulla religione nel nostro Paese è vietato dalla legge

23 Apr 2025 - 12:15
 © Grok

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Mentre si avvicina il Conclave, previsto per inizio maggio, che eleggerà il successore di Papa Francesco morto il 21 aprile 2025, cresce l'attenzione non solo tra i fedeli, ma anche nel mondo delle scommesse. E anche se in Italia è vietato scommettere sull'elezione del Pontefice, all'estero il "toto-Papa" è un fenomeno che mobilita milioni di dollari. Secondo quanto registrato dalla piattaforma Polymarket, il mercato "Who will be the next Pope?" ha già superato i 4,5 milioni di dollari di puntate, una cifra record che testimonia quanto sia globalmente sentito l'appuntamento con il nuovo Pontificato. A puntare non sono solo cattolici, ma anche semplici appassionati di eventi storici o di dinamiche vaticane.

Quote e favoriti: Parolin in testa, ma Tagle incalza

 Attualmente, il favorito è il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano e considerato un uomo di continuità rispetto alla linea di Papa Francesco. Le sue probabilità di elezione, secondo le quote in tempo reale, sono stimate attorno al 31%, con una quota oscillante tra 1.8 e 2.5. Segue da vicino il cardinale Luis Antonio Tagle, originario delle Filippine e molto amato nei Paesi asiatici, dove il cattolicesimo è in forte espansione. La sua quota si aggira tra 3.0 e 4.8, con una probabilità stimata del 23%. Tagle è visto come un possibile "Papa del Sud del mondo", coerente con la visione globale della Chiesa moderna.

Gli outsider: Erdő, Turkson e Zuppi in corsa

Tra gli outsider più seguiti ci sono:

Péter Erdő (Ungheria): 10% di possibilità – noto per il suo profilo teologico e la sua autorevolezza in Europa orientale;

Peter Turkson (Ghana): 10% – già più volte indicato come papabile nei conclavi passati, rappresenterebbe una storica elezione africana;

Matteo Zuppi (Italia): 10% – figura carismatica e progressista, già presidente della CEI e molto attivo sul fronte della pace e del dialogo.

Altri nomi ricevono percentuali inferiori, ma non sono da escludere a priori, data la natura riservata e imprevedibile delle votazioni cardinalizie.

I volumi di gioco: chi attrae più puntate

 Analizzando i volumi delle scommesse, si nota che Parolin ha catalizzato finora oltre 1,3 milioni di dollari di puntate, seguito da Tagle con circa 800.000 dollari. Erdő e Turkson si attestano rispettivamente intorno ai 400.000 e 350.000 dollari. Zuppi si ferma per ora a circa 270.000 dollari, ma con una crescita costante negli ultimi giorni. Questi numeri evidenziano sia la percezione degli scommettitori, sia l'impatto mediatico che ciascun nome ha avuto finora. Le quote, inoltre, sono soggette a fluttuazioni continue, legate a dichiarazioni pubbliche, movimenti in Vaticano e indiscrezioni che trapelano dalle sacre mura.

Perché in Italia non si può scommettere sul Papa

 Nonostante l'interesse crescente, in Italia è vietato scommettere sull'elezione del Pontefice. Lo stabilisce la normativa che regola i giochi e le scommesse, in particolare il decreto ADM (ex AAMS) che esclude dalle quote ogni evento religioso o che possa generare conflitti etici o culturali. L'elezione papale è considerata un evento "non oggettivamente verificabile" secondo i criteri delle scommesse autorizzate e, soprattutto, è ritenuta incompatibile con la dignità del fatto religioso. Questo spiega perché nessuna piattaforma italiana legalmente riconosciuta permetta di puntare sul Conclave.

Il dibattito etico: tra spiritualità e show mediatico

 L'esistenza di scommesse sull'elezione del Papa solleva inevitabilmente un dibattito etico. Da una parte, c'è chi le considera una forma innocua di curiosità popolare, una proiezione di interesse globale. Dall'altra, molti credenti e osservatori cattolici le giudicano una profanazione di un momento sacro, che dovrebbe essere vissuto con raccoglimento, preghiera e senso di responsabilità ecclesiale. Il toto-Papa è ormai comunque un fenomeno internazionale che si intreccia con la geopolitica della Chiesa, le preferenze degli elettori cardinalizi e l'interesse popolare. Parolin dunque resta in pole position, ma la corsa è ancora aperta. E, come da tradizione, potrebbe essere lo Spirito Santo – e non le quote – a sorprendere tutti, scegliendo una figura fuori dai radar. E ricordando il proverbio noto sul Conclave che in questi giorni è tornato prepotentemente alla ribalta: "Chi entra Papa, esce Cardinale".

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