l'ira del ministro dell'istruzione

Scuola, Azzolina: "La didattica a distanza non funziona più, gli studenti hanno ragione a essere arrabbiati"

Il ministro ha anche annuncia a breve decisioni sull'esame di maturità

11 Gen 2021 - 14:19
Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina © Ansa

Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina © Ansa

"Sono molto preoccupata, oggi la didattica a distanza non può più funzionare, c'è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati". Lo afferma il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina. "Capisco i ragazzi: il diritto all'istruzione è essenziale, sarei anch'io arrabbiata", ha aggiunto Azzolina.

L'atteso rientro in classe per i ragazzi delle scuole superiori, oggi, ha riguardato solo tre Regioni; Toscana (poco più di 166 mila studenti), Abruzzo (56.500) e Valle d'Aosta. Tutte le altre Regioni hanno scelto di rinviare il ritorno sui banchi degli studenti delle superiori in date che vanno dal 18 gennaio al 1 febbraio. "E' difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui" ha dichiarato la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina a Radio Rai 1.

"Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si fa l'errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c'è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica".

"Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito - ha aggiunto - . All'interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive", ha precisato la ministra Azzolina. 

"Da parte mia non vuole esserci polemica con le Regioni. Ma bisogna dire quelli che sono i fatti: volevamo riaprire le scuole il 9 dicembre, qualcuno ci disse no, ma le attività produttive sono partite. Il 23 dicembre si è stipulata un'intesa all'unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% le scuole superiori sarebbero rientrate. E' partito un lavoro immane nei tavoli con i prefetti e sono stati previsti molti bus in più. A inizio gennaio molti presidenti di Regione hanno detto che erano addirittura pronti a far rientrare il 75% dei ragazzi in aula. Ci sono regioni che hanno lavorato bene come la Toscana, noi al ministero abbiamo monitorato tutto, abbiamo fatto informative; il lavoro fatto dai dirigenti scolastici è stato encomiabile. E' difficile per gli studenti comprendere perché oggi non si riapre: hanno ragione, capisco le loro frustrazioni, la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui".

Il ministro, intanto, sta anche lavorando in vista della maturità: "Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte: lo scorso anno ci hanno presentato proposte ragionevoli; una decisione la prenderemo a breve, i ragazzi a causa dell'incertezza assoluta per le date che slittano come la tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare". 

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