La Cei: "La decisione di chiudere per il Ramadan è auspicabile nel caso di questo istituto: rispettare i musulmani è un modo per capire l'altro"
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La decisione della scuola di Pioltello di chiudere un giorno per il Ramadan è "un legittimo provvedimento dell'istituto" secondo l'arcivescovo di Milano Mario Delpini, che risponde così a una domanda in merito alle dichiarazioni di Valditara sul caso. "Non mi pare il caso di far diventare la cosa un problema". E, riguardo alle irregolarità riscontrate dall'Ufficio scolastico regionale nella delibera, osserva che "hanno i loro organismi. Se lo hanno detto, avranno i loro motivi". I docenti della scuola: "Ci sentiamo aggrediti dallo Stato".
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L'arcivescovo spiega che "una delle cose più importanti della vita è la religione. Non so come sia il regolamento delle scuole, si sospende anche a carnevale". E a Il Giorno un suo collaboratore, don Fabio Landi, responsabile della Pastorale scolastica per la Diocesi di Milano, chiarisce: "Sono sorpreso dal cancan sollevato da una vicenda che credo non solo assolutamente normale, ma addirittura auspicabile. Rispettare la festa dei musulmani è un modo per capire l'altro. Le scuole tengono in considerazione le settimane bianche, figuriamoci un appuntamento come questo. È un ottimo esempio davanti a una realtà complessa, se usciamo dalla logica di conquista e ci mettiamo in quella dell'incontro".
Sempre don Fabio Landi sottolinea che "in Lombardia abbiamo un calendario perpetuo, poi ogni scuola sceglie sulla base del contesto. Il dirigente ha fatto bene. I bambini sono curiosi, vogliono sapere perché l'altro festeggia e come, percepiscono la divisione molto meno degli adulti. E sono certo che siano stupiti dai commenti di queste ore".
All'attacco i quasi 200 studenti dell'istituto di Pioltello, che in una lettera pubblicata online su "Primalamartesana" esprimono la loro "indignazione per la strumentalizzazione" della decisione di chiudere la scuola il 10 aprile e spiegano: "Come lavoratori della Scuola ci sentiamo offesi e maltrattati, in questi giorni siamo calpestati nei valori e nella dignità. Chi aggredisce un dipendente di una scuola aggredisce lo Stato, ha dichiarato il ministro Valditara poco tempo fa, ma da giorni noi ci sentiamo aggrediti e non tutelati dall'ondata di odio generata su stampa e social anche da parte di esponenti politici".
Sulla vicenda, già prima dell'intervento di Delpini e di don Landi, la Cei aveva giudicato "positivo il rispetto del fatto religioso". Nella conferenza stampa alla fine del Consiglio permanente, il segretario generale della Conferenza episcopale italiana monsignor Giuseppe Baturi aveva osservato che questo rispetto è tipico del modello italiano perché "la laicità italiana non sopprime l'identità religiosa ma la promuove".
Baturi aveva tuttavia anche precisato di non sapere se in questo caso specifico "sia stato rispettato il percorso amministrativo" perché comunque tali decisioni devono avvenire "dentro un contesto istituzionale di rispetto di norme e procedure". E aveva aggiunto: "Certamente rispettiamo la libertà religiosa, quella stessa che chiediamo per i cristiani in ogni parte del mondo".
"L'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia ha riscontrato "irregolarità" nella delibera del consiglio d'istituto. Nella nota diffusa si legge: "In seguito alle irregolarità riscontrate, il direttore generale dell'Ufficio ha invitato il dirigente scolastico, nella sua qualità di garante della legittimità dell'azione amministrativa della scuola, a valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell'annullamento in autotutela da parte dello stesso consiglio d’istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia". In pratica, si invita la scuola a ritornare sui suoi passi facendo lezione il 10 aprile.