la "sua" verità

Segre-Seymandi, parla il banchiere: "Tradimenti? Dire la verità non è violenza | Non ho diffuso io il video"

"Il problema della parità di genere non mi appartiene. Le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso"

15 Ago 2023 - 17:31
 © Tgcom24

© Tgcom24

Segre-Seymandi, nuova puntata. Il banchiere torinese parla il giorno dopo l'apertura di un'istruttoria da parte del Garante per la Privacy. L'uomo, come noto, ha lasciato la sua ex compagna durante il party organizzato per annunciare le nozze. La donna ha parlato di una "pagliacciata di una violenza sessista inaudita" e non ha escluso di rivolgersi a un avvocato per denunciare l'ex. Ora, il banchiere dà la sua versione con una lettera a La Stampa: "Non vi è violenza ad affermare la verità pubblicamente. Raccontare che la signora Seymandi prima ancora di sposarmi, intesseva altre relazioni sentimentali non è violenza: è un fatto che - se la relazione fosse stata quella di una coppia aperta - non sarebbe stato preclusivo al nostro matrimonio".

L'anello di famiglia e le rispettive promesse

 "Da quando, esattamente 3 anni prima, il 28 luglio 2020, infilai al dito di Cristina lo zaffiro di mia madre, chiedendole di sposarmi e ottenendone l'assenso, io non sono più stato libero di amare altre e così avrebbe dovuto essere per lei" ha scritto nella sua lettera Massimo Segre. "Così intendevamo entrambi impostare la nostra relazione e il nostro matrimonio - ha aggiunto -. Questo era il patto suggellato indossando l'anello della mia famiglia. Cristina non solo ne era totalmente consapevole e consenziente, ma lo pretendeva".

Chi ha diffuso il video?

 Segre ha anche specificato di non aver responsabilità nella diffusione del filmato che mostra il suo discorso pubblico. Il banchiere ha aggiunto di aver cercato di fermare il quotidiano torinese all'epoca della pubblicazione del primo articolo sulla vicenda per poi tornare ad accusare la "signora Seymandi" considerata "talmente abile nel raccontare una propria visione della realtà che dovevo assolutamente preservare la mia reputazione, il dono più grande lasciatami dai miei genitori". Segre ha evidenziato che anche La Stampa nei giorni scorsi ha titolato un articolo "Da che pulpito" dando inevitabilmente del "traditore seriale" anche a lui.

Una storia da cui imparare

 "Ciò che ho imparato dalla signora Seymandi è l'importanza di comunicare. Cercherò di comunicare cose importanti (come la bonifica dall'amianto dell'ex grattacielo Rai che una mia società sta portando avanti nell'ambito di un progetto di riqualificazione urbanistica), più significative di questa storia da estate italiana, assolutamente da me non voluta né desiderata, trattandosi di informazione che pensavo potesse rimanere confinata a una quarantina di amici" ha aggiunto Segre. "Non pretendo assolutamente che chiunque la pensi come me. Anzi, per citare Evelyn Beatrice Hall (una donna e non Voltaire, come i più ritengono) 'disapprovo ciò che dici, ma difenderò con la vita il tuo diritto a dirlo'. Voglio solo aggiungere che il problema della parità di genere non mi appartiene. Mia mamma fu la prima presidente donna di una banca quotata in Italia. E mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso" ha concluso.
 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri