In un'intervista al Corriere della Sera, la madre del 15enne suicida ricorda gli ultimi giorni di suo figlio: "La sera prima di spararsi ha guardato i pirati in tv". E attacca la scuola: "Il preside si è avvicinato ai funerali, gli ho detto di allontanarsi"
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"Dissi al mio Leo: denunciamo i bulli. Ma lui sperava che finisse". Viktoryia Ramanenka, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ripercorre le ultime ore trascorse con il figlio Leonardo, il 15enne di Senigallia che si è tolto la vita sparandosi in bocca, dopo essere stato vittima di bullismo a scuola. "La sera prima di morire - ricorda - aveva visto una serie tv sui pirati..."
È un fiume in piena, Viktoryia Ramanenka, quando ripensa alle offese continue subite dal figlio Leo a scuola: "L'avevano preso di mira in tre - ha detto - e io: almeno difenditi. Ma Leonardo era troppo buono, un bambino d'oro". Il 7 ottobre "lo vedevamo abbattuto e lui continuava a dire che non voleva più studiare, che non voleva andare più a scuola". Quindi, lo sfogo di Leo con i suoi genitori, in cui confessava di "aver detto tutto ai professori, ma vanno avanti con la lezione". Il preside della scuola Panzini si è avvicinato, durante il funerale di Leonardo, per farle le condoglianze. "A due passi da me c'era la bara di Leo. Gli ho detto: si allontani da me" ricorda Viktoryia Ramanenka. E ancora "avrei dovuto dirgli ben altro, inutile chiedere scusa adesso, è troppo tardi".
C'è stato un momento in cui le cose sembrava potessero migliorare. "Tre giorni prima di spararsi in bocca con la pistola del padre, vigile urbano, è tornato a casa e ha detto: mamma, ho sistemato la cosa da me, ho fatto l'uomo, ho stretto la mano a uno di loro" ha raccontato. Una vana speranza. "Il giorno dopo, venerdì 11 ottobre, l'ho rivisto muto e angosciato. Diceva di che non voleva tornare più in quella scuola. La domenica sera si è ucciso".
"Il tempo - ha rivelato - non passerà più, anche se adesso pretendo giustizia: che quei bulli vadano in riformatorio". Infine, il tragico ricordo del weekend scorso: "Il sabato di Leo era passato tranquillo, aveva visto una serie tv che parla di pirati. Ho iniziato a preoccuparmi la domenica sera: io e suo padre Francesco siamo separati, ma i rapporti sono buonissimi. Leo era a cena da Francesco, io aspettavo la sua telefonata come ogni sera: buonanotte mamma, sogni d'oro, questo era il saluto. Ma la telefonata non arrivava...". A telefonare è stato il papà. "Mi ha detto che Leo era sparito dopo aver preso dalla cassaforte la sua pistola, aveva disattivato anche la telecamera che punta l'armadio".
"Nella bara gli ho messo gli AirPods, le cuffiette che si portava sempre dietro, e l’orsacchiotto Teddy a fargli compagnia" ha concluso.