Il ministro Santanchè: intitolare una via al giovane del Fronte della gioventù ucciso 50 anni fa "sarebbe giusto"
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Nel cinquantesimo anniversario dell'assassinio di Sergio Ramelli, Giorgia Meloni ha ricordato che la decisione di dedicare un francobollo alla sua memoria è stata un gesto "per noi molto più che simbolico". "La sua vicenda e la sua morte - ha ripreso il premier - sono un pezzo di storia d'Italia con cui tutti, a destra e a sinistra, devono fare i conti". Meloni è intervenuta con un videomessaggio inviato all'evento in ricordo del giovane del Fronte della gioventù ucciso 50 anni fa, dicendo di lui: "Oggi quella memoria inizia a essere più condivisa, nel tentativo di ricucire una ferita profonda che deve accomunare tutte le vittime innocenti dell'odio e della violenza politica".
"Cinquant'anni fa - ha ricordato la premier nel video messaggio trasmesso a Palazzo Lombardia a Milano - si spegneva la sua giovanissima vita: una morte tanto brutale quanto assurda e forse, proprio per questo, divenuta un simbolo per generazioni di militanti di destra di tutta Italia. Cinquant'anni dopo siamo chiamati ad interrogarci su quello che ancora oggi ci può insegnare il suo sacrificio. Sergio era una persona libera, ma essere liberi in quei tempi duri comportava un'enorme dose di coraggio, che spesso sfociava nell'incoscienza, addirittura. Sergio amava l'Italia più di ogni altra cosa e aveva deciso di non tenerselo per sé, di dirlo al mondo, senza odio, arroganza o intolleranza".
Secondo il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, intitolare una via o una piazza di Milano a Sergio Ramelli "sarebbe una cosa buona e giusta perché sarebbe un superamento dell'odio" e vorrebbe dire "riconoscere il coraggio delle idee di una appartenenza politica che non per questo bisogna ammazzare". Sulle contestazioni organizzate contro la decisione di alcuni Comuni di dedicare una via o una piazza a Ramelli, Santanchè ha aggiunto che si tratta di "un grande dispiacere" perché "bisognerebbe studiare quel periodo di storia che è stato pieno di odio e di sangue, in modo tale che non si riviva più".
Secondo la Santanchè, inoltre, le manifestazioni dell'estrema destra con i saluti romani "non appartengono al nostro movimento politico di Fratelli d'Italia, non è certo il nostro elemento distintivo, niente di tutto questo può essere riconducibile a noi". Così la ministra del Turismo Daniela Santanchè a margine di un evento al Palazzo Lombardia di Milano organizzato in memoria di Sergio Ramelli. "Se poi ci sono altri che fanno questo, mi dispiace perché sbagliano e non aiutano a pacificare" ha aggiunto.
Sul tema è intervenuto anche il presidente del Senato Ignazio La Russa che ha speigato: "Quello che per me è importante è che a 50 anni di distanza la memoria di Sergio Ramelli anziché affievolirsi è diventata anno dopo anno un segnale che riguarda sempre più persone e grazie a Dio, non solo persone della destra, ma persone che vedono in Sergio Ramelli una figura che può servire a dire no all'odio di parte, che può servire a far capire quando sia sbagliata la contrapposizione violenta. Io a Sergio Ramelli metto sempre vicino due giovani di sinistra, Fausto e Iaio, che sono tra i pochi per i quali ancora non è stata fatta giustizia, non è stato scoperto chi li ha uccisi, perché credo che questa memoria condivisa di giovani che hanno perso la vita solo perché credevano in alcune idee, non importa se di destra o di sinistra, è un insegnamento che credo debba restare forte in questa fase storica in cui vedo riaffacciarsi nei fuocherelli che non mi piacciono".