L'uomo ha 60 anni e sostiene di non avere abusato della ragazzina perché mosso da un "sentimento sincero"
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Rinviato a giudizio per "atti sessuali con minori con l'abuso dei poteri derivanti dalla sua posizione". E' l'accusa della quale dovrà rispondere un insegnante di lettere. L'uomo ha 60 anni. La minorenne, all'epoca dei fatti, cioè nel 2019, ne aveva 16 ed era una sua allieva, conosciuta in classe a Lissone (Monza). La vicenda l'ha raccontata una foto che li ritraeva mentre si baciavano nei bagni della scuola.
A scattare la fotografia è stato un compagno di classe della ragazzina, che, incredulo, l'ha mostrata a un'insegnante la quale l'ha poi consegnata direttamente alla preside. L'uomo appoggiato alla parete e la 16enne che gli accarezza il volto mentre le loro labbra si sfiorano: pochi dubbi. I due avevano una relazione. L'intervento della Procura di Monza è stato inevitabile.
Ed è proprio qui che ora la magistratura è chiamata a fare chiarezza.
L'insegnante non ha mai negato, anzi. "Mi sono innamorato ed ero pronto a lasciare mia moglie" - ha raccontato.
L'adolescente invece si sarebbe chiusa in un silenzio impenetrabile fino alla confessione a un'amica alla quale avrebbe rivelato di avere avuto un rapporto completo, consumato in un immobile di proprietà dell'uomo.
In tribunale sarà chiamata anche la ragazzina a dare la sua versione dei fatti, così come le moglie del professore. Per l'accusa l'abuso di potere, legato all'età e al ruolo sociale dell'uomo nei confronti della sua studentessa, è evidente.
Per la difesa, il professore non avrebbe in alcuno modo fatto valere il proprio ruolo di insegnante, perché per la ragazza provava un "sentimento sincero".
Il legale ha sottolineato che l'accusa in un primo momento era di violenza sessuale, ma è stata riqualificata in atti sessuali con minori. La 16enne, in un primo momento, non era nemmeno intenzionata a denunciare l'uomo, perché, stando all'accusa, ne era ormai succube. Il processo inizierà a dicembre.