© Tgcom24 | Unità di strada Croce Rossa di Sesto San Giovanni
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Dopo il lockdown il numero delle persone che chiede aiuto alle unità in servizio è sempre più numeroso
di Simona Pisoni© Tgcom24 | Unità di strada Croce Rossa di Sesto San Giovanni
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Le vie di Milano fervono di vita ad ogni ora del giorno e della notte. In quest'estate post lockdown il numero delle persone che è costretto a vivere per strada è cresciuto e le unità della Croce Rossa sono chiamate a turni più lunghi per portare viveri, mascherine e vestiario a chi ha perso tutto: famiglia, lavoro, casa. Tutte le sere, a rotazione, un furgone carico di cibo e bevande fa il giro delle città per portare un po' di conforto a chi ne ha bisogno.
Le storie di chi vive per strada - Basta seguire i volontari, durante un turno di notte, per capire quanto le persone aspettino l'appuntamento con i loro "amici". Soprattutto, in quest'estate post lockdown, molte di loro, oltre al cibo e all'acqua, chiedono guanti e mascherine. Le unità di strada della Croce Rossa si occupano di tutto questo: ogni sera riempiono il furgone con i quintali di pane donati dai fornai dell'hinterland, acqua e di coperte per chi ha bisogno di ripararsi dall'escursione termica, che, in estate, fa passare dal caldo afoso del giorno alle temperature più basse e umide della notte. I senzatetto tra Milano e hinterland sono al 60% extracomunitari e il restante 40% di italiani, un numero in costante aumento dopo la fase di lockdown.
Tutti hanno una loro storia da raccontare - Solitamente, è quella di una vita difficile, fatta di cadute e disgrazie, cui si associa l'incapacità di uscire da una situazione che si pensava solo momentanea. C'è chi ha perso il lavoro e la casa e nel giro di poco tempo si è ritrovato a vivere sul marciapiede; c'è chi da anni non ha più una fissa dimora e ha fatto della panchina in un parco il suo piccolo mondo. C'è poi chi, invece, si è appena affacciato a questa esistenza di solitudine e sofferenza, dove anche le esigenze primarie hanno bisogno del buon cuore dei volontari, che operano sul territorio, per essere soddisfatte.
Gli operatori delle unità di strada li conoscono tutti per nome, ti anticipano le loro storie ad una ad una. Sanno che dietro Viale Monza, in una roulotte, donata dai cittadini, vive Pedro, ex musicista caduto in disgrazia, ammalato di diabete e alcolista, che ha bisogno di tutto, ma per dignità non chiede nemmeno l'insulina. Un infermiere gli prova la glicemia e poi gliela somministra durante il giro serale. "Tutte le notti è come entrare a casa loro - spiega Luca Guarnieri, Vice Presidente Croce Rossa Italiana del Comitato di Sesto San Giovanni e veterano del servizio ai senza dimora - il nostro scopo è aiutarli con tutto il necessario, ma spingendoli a mantenere la loro autonomia e a cercare di migliorare, quando possibile, la loro condizione".
C'è chi fugge dal passato - Gli operatori conoscono P., scappato da un Paese in guerra, che ha trovato casa su una panchina in un parco e qui attende di sapere se la sua domanda di asilo politico sarà accolta. Non ama parlare con gli estranei, non conosce molto bene l'italiano, ma la visita dei suoi "angeli in rosso" la aspetta, perché sa che gli porteranno cibo, the freddo e mascherine. Oltre a un saluto e a un sorriso.
Anche Shalel, dopo un periodo trascorso in carcere, ha scelto una panchina come casa e qui vive da anni. Ormai lo conosce tutto il quartiere: gli "amici" gli portano vestiti e scarpe. Ha 50 anni, ma la vita in strada lo fa sembrare molto più vecchio: è un gran chiacchierone e ama raccontare la sua vita passata in Marocco con la famiglia numerosa e i suoi anni felici in Italia, dove ha lavorato come restauratore d'affreschi, poi l'incidente con la giustizia e l'inizio di una vita più dura, fatta di gelo in inverno e di afa in estate. Accanto a lui ha fatto posto a un ragazzo italiano, vestito molto bene, che non alza mai gli occhi dal suo cellulare. Per lui la vita di strada è una dolorosa novità. Shalel lo tiene accanto e lo aiuta come farebbe con un fratello minore.
Consegnato il pasto, i volontari salgono di nuovo sul furgone per raggiungere Alì, egiziano di 67 anni, da 42 in Italia. Un matrimonio fallito alle spalle, tre figli e una grande esperienza come panificatore. Il suo sogno è tornare a farlo per poter abbandonare il muretto dell'aiuola sul piazzale della stazione di Greco e trovare un piccolo appartamento. Chiede lamette e schiuma da barba per essere presentabile a un colloquio. Poco distante Yuri attira l'attenzione dei volontari. Derubato in un parco in Germania, è finito in Italia grazie all'elemosina e alla prostituzione, ma da quel piazzale non riesce più ad andarsene. Sta cercando le scarpe per il suo compagno, che gira da giorni scalzo sui marciapiedi infuocati dal sole agostano.
Il giro si conclude in Corso Buenos Aires, dove il furgone della Croce Rossa viene assalito da una decina di persone, tutti nuovi senza dimora, messi in ginocchio dal lockdown e dalla recente perdita del lavoro. L'ultimo saluto prima del rientro al Comitato è per Giuseppe, un anziano siciliano col diabete: la sua suggestiva barba bianca, che lo fa somigliare a Mosè, e un sorriso aperto ti accolgono in quella che, ormai, da anni è la sua casa. Il tratto di marciapiede davanti a un negozio di abbigliamento, seduto sul suo letto improvvisato e circondato dai suoi numerosi scatoloni e dal cibo, che riceve quotidianamente dai volontari.
Le unità di strada di Sesto San Giovanni - Nel corso degli anni la competenza territoriale del Comitato di Sesto San Giovanni si è notevolmente ampliata, estendendosi per 24 comuni dell'area della Martesana, facente parte della città metropolitana di Milano. Dal 2001 i volontari sono impegnati nell'attività di unità di strada a favore dei senza dimora con tre uscite settimanali, per 12 mesi l'anno, in orario serale/notturno con il coinvolgimento totale di 16 volontari a settimana. Ogni equipaggio è composto da un autista, due operatori e un caposervizio, che sa dove andare e che segnala in anticipo situazioni particolari. Oltre ad alcuni utenti saltuari, segnalati dai cittadini e dalla rete dei comitati territoriali della provincia, i volontari rivolgono il loro servizio a 30 utenti ogni sera. Perché c'è spesso un nuovo senza dimora, che si aggiunge alla già lunga lista degli operatori e che ha una storia da condividere con chi ha tempo e voglia di ascoltare.