Martina Mucci, la cameriera di 29 anni aggredita sotto casa sua, ha raccontato ai magistrati che altre donne avrebbero subito aggressioni su mandato del suo ex. Ma lui nega
Spuntano nuovi particolari sull'aggressione subita da Martina Mucci, la cameriera di 29 anni sfregiata a Prato mentre tornava dal lavoro nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. Per il fatto è indagato il suo ex, Emiliano Laurini, sospettato di averla fatta pestare a sangue. La giovane ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee ai magistrati e ha riferito che altre donne avrebbero subito aggressioni su mandato del suo ex.
Martina Mucci è stata picchiata davanti a casa un mese dopo la fine della sua relazione con il buttafuori più grande di lei di dieci anni. La giovane aveva trovato il coraggio di lasciarlo. Secondo l'accusa, dopo un mese Laurini, che già frequentava un'altra donna, si sarebbe però vendicato. La cameriera è stata aggredita da due persone con il passamontagna nel quartiere della Pietà, dove abita. Gli aggressori le hanno sfregiato il volto con dei rasoi che, secondo i magistrati, avevano portato per raderle i capelli come atto punitivo. A salvarla è stata sua madre, svegliata dai rumori. Quando la donna ha lanciato l'allarme, Martina era a terra con i denti rotti, il naso fratturato e una cicatrice nella zona degli occhi.
Un'inchiesta difficile quella sull'aggressione a Martina Mucci, complicata anche dall'eco mediatica del fatto. Due mesi dopo l'aggressione, comunque, la squadra Mobile della polizia ha arrestato, su mandato della Procura, l'ex fidanzato della ragazza. Con lui sono finiti in carcere il 20enne Mattia Schininà, accusato di avere partecipato all'organizzazione del pestaggio e il 19enne Kevin Mingoia, sospettato di essere uno degli esecutori. Denunciato a piede libero, invece, un 16enne, anche lui iscritto alla palestra di Scandicci che frequentavano gli altri indagati, che si è presentato spontaneamente in Questura il giorno dopo gli arresti. E' accusato di essere il secondo aggressore.
Le accuse nei confronti degli indagati sono quelle di concorso in sfregio permanente al volto, lesioni e rapina aggravata. Infatti, alla giovane è stato anche portato via lo zaino. Nei giorni successivi, durante gli interrogatori i tre indagati hanno cercato di scaricare le responsabilità l'uno sull'altro. Laurini, in particolare, avrebbe riferito ai magistrati di essersi limitato a evocare l'aggressione, che poi gli altri avrebbero compiuto. Da qui, forse, la decisione di Martina Mucci di chiedere di essere sentita dalla sostituta procuratrice Valentina Cosci alla quale ha raccontato di presunte aggressioni nei confronti di altre donne su mandato del suo ex.