E' successo in una scuola primaria della provincia di Catania. E spunta uno scambio di messaggi su WhatsApp tra la mamma e l'insgenante
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"Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi, gli fa saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni comuniste". E' l'accusa della madre di un alunno di terza elementare del Catanese che ha portato alla sospensione di due giorni per una maestra. L'insegnante, che nega le accuse dicendo di non aver mai fatto politica ma solo letto il Diario di Anna Frank, sarebbe stata sospesa per uno scappellotto dato al ragazzino.
Il video su Facebook della candidata Pd - A confermare l'episodio è stata anche la candidata alle Europee per il Partito Democratico, Mila Spicola, la quale con un video pubblicato su Facebook spiega: "Mi ha contattata una collega di Catania per raccontarmi cosa le è successo. E' stata sospesa per due giorni dalla sua dirigente scolastica perché ha letto in classe un brano del Diario di Anna Frank. Ho raccolto il suo sfogo con le lacrime agli occhi, rimanendo senza parole". La maestra, ufficialmente, sarebbe stata sospesa anche per il diverbio con una madre a causa di un presunto schiaffo subito dal bambino.
Il provvedimento - Il provvedimento disciplinare, i due giorni di sospensione dal servizio e dallo stipendio per il 27 e il 28 marzo per l'atteggiamento dell'insegnante nei confronti dell'alunno e non per plagio politico, è stato aperto in seguito alla denuncia alla scuola da parte della madre del bambino dopo che il figlio è tornato a casa dicendo di volere cambiare istituto perché "odia la maestra".
La versione dell'alunno - Secondo la ricostruzione del ragazzino, l'insegnante le avrebbe dato uno scappellotto, lo avrebbe costretto a stare in piedi e a saltare la merenda mentre gli altri compagni la facevano. Accuse messe nero su bianco dalla madre alla dirigente aggiungendo anche gli "screenshot" in uno scambio di messaggi su Whatsapp con la maestra e accusandola di "plagiare i bambini trattando tematiche politiche in classe" con "nozioni 'comuniste".
La difesa della maestra - La maestra ha contestato tutte le accuse, affermando, appunto, di avere soltanto letto in classe, nel giorno della Shoa, pagine dal Diario di Anna Frank. Nel provvedimento disciplinare la dirigente scolastica scrive che sull'accusa di plagio politico, figlia di una dichiarazione non verificabile, "non ci possono essere né censure né correzioni". E anche sull'eventuale lettura in classe del Diario di Anna Frank, mai citato nel provvedimento, la dirigente pur sottolineando il "maggiore rischio di emulazione" da parte di "menti ancora non totalmente cresciute" nel renderli partecipi di avvenimenti funesti e luttuosi e sulle terribili modalità", rimette al "giudizio della maestra" se i suoi alunni "abbiano già la coscienza e la consapevolezza necessaria" o se non sia "più opportuno affrontare certi argomenti con alunni un poco più cresciutelli".
Lo scambio su WhatsApp tra la madre e l'insegnante - Come detto, c'è stato anche uno scambio di messaggi tra la madre dell'alunno e l'insegnante. "Mio figlio figlio si è risentito quando ha ricevuto lo scappellotto", ha scritto la donna. "Anche io mi risento quando mi fa sgolare perché non ha studiato o devo rimproverarlo continuamente perché sempre disattento", ha risposto la maestra. "E comunque lo scappellotto è dato sempre in modo affettuoso specie se gli ho ripetuto come fare una cosa 10 volte. Non sono la baby sitter. E dovreste interessarvi di più al loro profitto scolastico", ha aggiunto sempre la maestra. Nella memoria difensiva la maestra ha sostenuto che lo scambio di messaggi non riguardasse il giorno dell'accaduto, l'8 febbraio, ma un'altra data.