Palermo, il giallo sulla morte di Angelo Onorato
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L'eurodeputata non crede alla pista del suicidio: "Disse a mio cognato che doveva risolvere una cosa a Capaci"
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La morte di Angelo Onorato, l'architetto e imprenditore edile palermitano trovato senza vita sabato, non è un suicidio. Ne è più che convinta la moglie ed eurodeputata Francesca Donato, che da quando è stato aperto il caso non si dà pace: anche se i risultati dell'autopsia non hanno rilevato segni di violenza sul corpo, ci sono ancora tanti punti da chiarire. "L'esame non determina la fine delle indagini. La verità verrà a galla", ripete la donna.
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"Chiedo solo rispetto per questo momento drammatico che con loro sto vivendo. Vorrei che si smettesse di parlarne sui giornali - osserva Francesca Donato -. Siamo alla ricerca di risposte che è molto difficile trovare. Ma proprio per questo c'è bisogno di riservatezza, senza invenzioni". L'eurodeputata si riferisce alle notizie trapelate sui media di un incontro tra il marito e uno "sconosciuto" un'ora prima della morte.
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Infatti, spiega la Donato, "non si tratta di nessuno sconosciuto". L'uomo con cui era al bar Angelo Onorato era il cognato Antonio. Ed è proprio a lui che l'imprenditore prima di morire disse: "Vado a Capaci a risolvere una cosa, speriamo in modo bonario". Parole che rimbombano come macigni nel cuore dell'eurodeputata siciliana, scrive il Corriere della Sera. "Io ho il problema che devo soltanto andare avanti - aggiunge -. Sono certa che si scoprirà la verità, che si scopriranno i colpevoli di questo delitto".
Mentre le indagini proseguono per chiarire i punti oscuri sulla morte di Angelo Onorato, la Procura ha ascoltato Giuseppe Pretesti e Cristiano Battaglia, i due imprenditori del commercio e dell'edilizia che da Onorato hanno rilevato in tempi recenti quote di aziende interessate a una lottizzazione progettata a proprio Capaci, sui terreni lasciati a Onorato dal padre.
Intanto oggi, 30 maggio, si celebreranno i funerali alle 12 nella Cattedrale di Palermo, dopo che il corpo dell'architetto è stato riconsegnato alla famiglia.