maxioperazione in diverse province

Blitz contro la Stidda di Gela, 69 arresti in tutta Italia: sgominata la mafia dei colletti bianchi

Secondo gli inquirenti, l'organizzazione criminale disponeva di un vero e proprio esercito con "500 leoni" armati che avrebbero potuto dar vita ad una guerra di mafia

26 Set 2019 - 16:07
 © da-video

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Sessantanove arresti, sequestri per 35 milioni di euro e un centinaio di perquisizioni, per un totale di circa 200 indagati. Sono questi i numeri della maxi operazione contro una cosca mafiosa di matrice stiddara, con quartier generale a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d'imposta fittizi per decine di milioni.

La Stidda, organizzazione mafiosadella provincia di Caltanissetta, era pronta a dar vita ad unanuova guerra coi clan rivali di Cosa nostra, ma aveva nel tempo esteso le sueramificazioni anche al nord. Secondo gli inquirenti, la Stidda di Gela disponeva di un vero eproprio esercito con "500 leoni" armati che avrebbero potuto darvita ad una guerra di mafia.

L'indagine, denominata "Stella Cadente", ha avuto origine nel2014 dopo il ritorno in libertà dei fratelli Bruno e Giovanni DiGiacomo, che una volta fuori dal carcere hanno riallacciato lefila di una fitta rete di contatti con sodali, vecchi e nuovi,della Stidda gelese.

In particolare, i due fratelli sono riusciti a imporre la lorosupremazia nel territorio gelese avvalendosi d'imprese mafiose,intestate a prestanome, dedite alla distribuzione dei prodottiper la ristorazione e di prodotti alimentari, in quello delleserate in discoteca e nel settore immobiliare. I magistrati sonoriusciti a documentare diversi episodi di estorsione ai danni dicommercianti e imprenditori, anche avvalendosi di attentatiincendiari nei confronti di chi si rifiutava di sottostare allalegge del clan.

La Stidda, capeggiata da Bruno Di Giacomo, aveva impostol'acquisto di prodotti per la ristorazione e alimentari anumerosi commercianti gelesi che erano costretti ad acquistare,talvolta a prezzi maggiorati e in altre occasioni in quantitàmaggiori rispetto al loro volere.

Altro settore economico d'interesse dell'organizzazione eraquello delle costruzioni, della ristrutturazione e compravenditaimmobiliare, dove la Stidda si era inserita attraverso società dicomodo, intestate ad Alessandro Emanuele Pennata, costituite alchiaro scopo di "ripulire" il danaro proveniente dalle attivitàillecite.

Autista e "portavoce" di Di Giacomoera poi Vincenzo Di Maggio che si occupava di riferire gli ordinidel capo agli altri componenti del gruppo presenti sulterritorio. Così facendo i fratelli Di Giacomo e lo storicostiddaro Filippo Scerra evitavano di incontrarsi quotidianamente,riducendo il rischio di essere scoperti dalla polizia.Sempre Di Maggio, faceva parte poi dell'ala cosiddetta"imprenditoriale" del clan, avendo assicurato il propriocontributo nella gestione di attività economiche controllatedall'organizzazione mafiosa, e risultando preposto alla gestionedi una nota discoteca, che era sotto il completo controllo deglistiddari.

Di Maggio, insieme ad Alessandro Scilio e Gaetano Marino, sioccupava anche del traffico di stupefacenti. In poco tempo, laStidda ha intessuto rapporti con importanti piazze sicilianedello spaccio come quella di Palermo, Catania e Vittoria, dovesono stati individuati alcuni fornitori e corrieri, ma anche conpiazze di spaccio torinesi.

Diversi i covi impiegati dall'organizzazione. Da quello di viaTucidide, dove 4 anni fa furono scoperti 13 chili di hashish emarijuana e una pistola calibro 75, a quello di via dei Milledove, nel novembre del 2016 furono trovati 52 chili di hashish,un chilo di cocaina e una pistola semiautomatica con matricolaabrasa.

Un altro covo a disposizione della Stidda è stato scoperto in viaSolferino, dove Giuseppe Nastasi deteneva e spacciava droga perconto de clan. Per quanto concerne il sequestro di beni, sitratta dell'intero capitale sociale e del compendio aziendaledella Cartaplastic srls, con sede legale a Gela, che si occupadel commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodottinel settore alimentare, intestato a Laura Cosca quale titolaredelle quote; dell'intero capitale sociale e del compendioaziendale della Sweet Plastic srls, con sede legale a Gela, chesi occupa del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altriprodotti nel settore non alimentare, intestato sempre a LauraCosca quale titolare delle quote; dell'intero capitale sociale edel compendio aziendale della Malibù Indoor srls, con sede aGela, che si occupa d'intrattenimento all'interno della discotecaMalibù di Gela, con intestazione di parte delle quote a GiuseppeD'Antoni.

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