LA STRAGE DI VIA D'AMELIO

Borsellino: condannati all'ergastolo i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, 10 anni ai "falsi pentiti"

Madonia, capomafia palermitano della cosca di San Lorenzo, sarebbe stato tra i mandanti dell'attentato. Tutino, invece, avrebbe partecipato alla fase esecutiva della strage

20 Apr 2017 - 20:58
 © ansa

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La corte d'assise di Caltanissetta, presieduta da Antonio Balsamo, ha condannato all'ergastolo i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, imputati della strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i 5 uomini della scorta. Condannati a 10 anni i "falsi pentiti" Francesco Andriotta e Calogero Pulci, accusati di calunnia. Dichiarato estinto per prescrizione il reato contestato a Vincenzo Scarantino pure lui imputato di calunnia.

Il ruolo dei boss condannati - Madonia, capomafia palermitano della cosca di San Lorenzo, sarebbe stato tra i mandanti dell'attentato. Tutino, invece, avrebbe partecipato alla fase esecutiva della strage.

Il ruolo dei falsi pentiti e le condanne - I falsi pentiti sarebbero autori del clamoroso depistaggio che ha portato alla condanna di sette innocenti per i quali, dopo il passaggio in giudicato del verdetto emesso dalla corte d'assise, verrà avviato il processo di revisione, già chiesto dalla procura generale di Caltanissetta. Le accuse dei falsi collaboratori di giustizia Pulci e Andriotta sono state fondamentali per le loro condanne: da qui la contestazione della calunnia. Stesso reato contestato a Scarantino al quale, però, i giudici della corte hanno riconosciuto la circostanza attenuante di essere stato indotto a fare le false accuse: la concessione dell'attenuante ha comportato la prescrizione del reato.

Ai familiari delle parti civili costituite, congiunti del magistrato ucciso e degli uomini della scorta, sono state liquidate provvisionali immediatamente esecutive comprese tra i 100mila e i 500mila euro ciascuno.

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