Al centro delle indagini un presunto patto stretto tra il candidato e la mafia per le elezioni amministrative del 2012
La polizia di Caltanissetta ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione mafiosa e voti di scambio. Le indagini hanno permesso di accertare che appartenenti a Cosa nostra di Niscemi e di Gela si incontravano in aperta campagna per discutere accordi politico-mafiosi. Coinvolti anche l'ex sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, un suo ex consigliere e due esponenti del suo entourage.
Per loro sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ad appoggiarlo sarebbero stati il boss di Niscemi, Giancarlo Giugno, e di Gela, Alessandro Barberi. Al centro delle indagini un presunto patto stretto tra il candidato e la mafia per le elezioni amministrative del 2012.
#squadramobile Caltanissetta e commissariati Niscemi e Gela indagano 9 appartenenti a #CosaNostra per scambio voti
— Polizia di Stato (@poliziadistato) 29 giugno 2017
Gli accordi in campagna pic.twitter.com/WXcTN3C4NR
Francesco La Rosa si era presentato anche alle ultime amministrative al Comune di Niscemi ed era andato al ballottaggio dove è stato sconfitto da Massimiliano Valentino Conti che avuto il 58,65% dei voti a fronte del sindaco uscente che ha ottenuto il 41,35% delle preferenze. Entrambi erano sostenuti da liste civiche. Quest'ultime consultazioni comunali non sono oggetto dell'inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta. Per quattro persone l'ordinanza prevede il carcere, per le altre cinque gli arresti domiciliari.