La comandante della nave Sea Watch3 era entrata nel porto di Lampedusa nonostante l'esplicito divieto. Salvini: liberano lei e processano me
La Cassazione ha respinto il ricorso della Procura di Agrigento contro la liberazione di Carola Rackete, avvenuta il 2 luglio. La comandante della nave Sea Watch 3, approdata a Lampedusa forzando un posto di blocco, era stata arrestata con l'accusa di violazione del decreto Sicurezza bis e del codice della navigazione e di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
"Nessuno dovrebbe esser perseguito per aver aiutato persone in difficoltà", è il commento di Carola Rackete. "La Corte ha confermato che non mi avrebbero dovuto arrestare per aver salvato delle vite. Si tratta di un verdetto importante per tutti gli operatori umanitari" delle navi impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo.
"Non conosciamo ancora le motivazioni ma adesso sappiamo con certezza che avevamo ragione noi: Carola Rackete non andava arrestata" ha detto all'Adnkronos l'avvocato Leonardo Marino, legale della comandante tedesca. "Vedremo adesso se la Procura di Agrigento darà seguito a questa pronuncia della Cassazione - prosegue - o se andrà avanti su questa sua tesi, che riteniamo folle. Arrestata perché aveva salvato vite umane".
Salvini, per Rackete no a processo, per me sì "E' incredibile l'ingiustizia in Italia. Si ritiene che una signorina tedesca, che ha rischiato di uccidere dei militari italiani, non debba essere processata. E invece si vuole processare un ministro che ha difeso i confini del suo Paese. Lo facciano, mi mandino a processo, ma ci sara' bisogno di un tribunale molto grande perche' penso che la stragrande maggioranza del popolo italiano sarà con me". Lo ha detto Matteo Salvini a Riace in relazione alla
decisione della Cassazione.