la violenza avvenuta a villa bellini

Catania, 13enne stuprata dal branco: carcere per due minorenni e un 18enne

Sono accusati di avere avuto una parte attiva nella violenza sessuale di gruppo aggravata contro la ragazzina nei giardini comunali di Villa Bellini

05 Feb 2024 - 22:28

Il gip per i minorenni di Catania ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per tre degli indagati accusati di avere avuto una parte attiva nella violenza sessuale di gruppo aggravata a una 13enne nei giardini comunali della Villa Bellini. Sono due minorenni e un giovane che ha già compiuto 18 anni, la cui posizione sarà trasmessa, per competenza funzionale, alla procura distrettuale. L'ordinanza dovrà essere convalidata entro 20 giorni.

© Tgcom24

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I sette fermati negano: "Non sono stato io"

 Negli interrogatori di garanzia, davanti ai giudici per l'udienza preliminare, i sette fermati hanno ripetuto spesso la frase "non sono stato io". A dirlo sono stati anche i due egiziani, uno minorenne e l'altro maggiorenne, ritenuti gli autori degli abusi, accusati dalla vittima e dal fidanzato e anche dal Dna estrapolato dalle tracce biologiche trovate sugli indumenti della ragazzina. I due, e un terzo minorenne, restano in carcere. Il giudice ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare mentre la decisione del gip distrettuale per gli altri quattro indagati è attesa per le prossime ore. 

La coppia accerchiata e la ragazzina spinta in un bagno

 Dagli atti delle due inchieste delle Procure emerge una ricostruzione drammatica dei fatti. La coppia è stata prima accerchiata dal gruppo. Poi uno dei ragazzi ha spinto la 13enne in uno dei bagni dove è avvenuta la violenza. Lei ha cercato, senza riuscirci, di opporsi. "Tremavo come una bambina", ha detto ai pm. Ha provato a difendersi ma è riuscita solo a dire "basta, per favore, non lo fare". La scena si è ripetuta con il secondo violentatore, mentre un terzo indagato si "affacciava" da un muretto divisorio. Alla procura quest'ultimo ha raccontato di essere intervenuto perché aveva sentito urlare e di aver detto all'aggressore di fermarsi. Ma la ragazza lo ha smentito dicendo che "nessuno ha detto 'lasciatela stare' o ha cercato di interrompere la violenza". Intanto, il fidanzato era stato bloccato fuori dai bagni, picchiato e minacciato: uno del branco gli aveva urlato "io sono pazzo, posso ammazzarti". 

La fuga e la richiesta di soccorso

 Poi i sette sono fuggiti e i due fidanzati sono corsi in strada, dove hanno incrociato alcuni passanti che hanno chiamato i carabinieri. Tre membri del branco sono stati bloccati da militari dell'Arma, mentre gli altri sono fuggiti. Sono quindi iniziate le indagini e le dichiarazioni della vittima, sotto shock ma determinata a "volere giustizia" e del fidanzato hanno consentito di avere un primo riscontro, poi confermato dal confronto all'americana. 

Un indagato ha indicato i due violentatori ai carabinieri

 Un contributo alle indagini è arrivato anche da un indagato, che ha parlato di quanto accaduto prima con un operatore della comunità di cui è ospita e poi davanti ai carabinieri, indicando i due violentatori e mostrando il loro profilo su TikTok. Il suo legale, l'avvocato Salvatore Gangi, ha rivelato che era lì per caso, "perché aveva sentito gridare". Per lui, ai domiciliari, la procura distrettuale ha chiesto la conferma del provvedimento con il braccialetto elettronico. 

Le due udienze

 Durante le due udienze di convalida quasi tutti hanno parlato e uno si è messo a piangere. L'avvocato Alessandro Fidone, che assiste due dei maggiorenni, ha spiegato che uno di loro si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre l'altro ha parlato con il gip e "si è detto estraneo ai fatti", aggiungendo che "era sul posto, ma non ha partecipato all'aggressione e ha capito la gravità dei fatti". 

Attivata la rete di sostegno

 Nei confronti della ragazzina, del suo fidanzato 17enne e dei loro genitori intanto la Procura per i minorenni, subito dopo aver aperto l'inchiesta, ha attivato una rete di sostegno. Come iniziativa civile, ha incaricato l'Azienda sanitaria provinciale di fornire loro anche supporto psicologico. 

Nella Villa Bellini c'è aria di festa per le celebrazioni di Sant'Agata, la patrona di Catania. Tutti sanno, ma pochi hanno voglia di parlare della violenza avvenuta proprio nei bagni della Villa. 

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