INDAGINE PARTITA DAI MEDICI

Catania,uccide bimbo di tre mesi buttandolo a terra: madre arrestata | "Volevo gettarlo sul letto, non ucciderlo"

La donna di 26 anni è accusata di omicidio aggravato. Ha ammesso di averlo fatto ma durante un "oscuramento della mente"

03 Dic 2018 - 21:59
 © dal-web

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Una 26enne è stata arrestata dalla polizia a Catania con l'accusa di avere ucciso il proprio figlio di tre mesi lanciandolo a terra. Il neonato è morto in ospedale il 15 novembre, il giorno dopo il ricovero per le ferite riportate alla testa. La polizia ha avviato le indagini dopo che i sanitari insospettiti dalle ferite avevano fatto partire i controlli. La donna è accusata di omicidio aggravato dal fatto di avere agito contro il discendente.

Il neonato era stato portato nel pronto soccorso del Cannizzaro. Lì era stato immediatamente intubato per poi essere trasferito nella rianimazione della Neonatologia del Garibaldi-Nesima, dove infine è deceduto il giorno dopo il ricovero. In un primo momento la madre aveva riferito che il figlio "si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia a causa di una spinta che si era dato da solo".

Successivamente, però, attraverso l'audizione, da parte della Procura e della polizia, di tutti i soggetti intervenuti, e della stessa 26enne sentita alla presenza del difensore di fiducia, si accertava che la caduta del bambino non era stata accidentale bensì che era stata la madre dello stesso a scaraventarlo a terra con forza.

"Avevo la mente oscurata" - Avevo la "mente oscurata" e "non so spiegare cosa è successo", ma sicuramente "non volevo uccidere mio figlio, non ho mai pensato di ucciderlo" perché "io lo amavo". Così, nell'interrogatorio davanti ai pm, la 26enne ha raccontato quei momenti. Ai magistrati, dice il suo legale, l'avvocato Luigi Zinno, la donna ha detto di "essersi sentita male" e che la sua intenzione era di "gettarlo sul letto e non per terra".

L'omicidio è stato commesso in casa della nonna paterna della 26enne che non è sposata e che al figlio aveva dato il proprio cognome. E' stata lei stessa, rivela il legale, a chiamare aiuto. Sono arrivati subito sua nonna, che ha 85 anni, e suo padre e a loro ha detto che il piccolo gli era scivolato dalla mani ed era finito a terra. "Quel giorno stava male - aggiunge il penalista - e aveva chiamato suo padre, che era al lavoro, per dirgli se poteva tornare a casa. La signora aveva avuto un'infanzia dolorosa per la morte della madre, che ha perso quando aveva 11 anni. Quando è rimasta incinta è andata a vivere con la nonna"

Il legale: depressione da parto - Secondo l'avvocato, la 26enne ha sofferto di "una grave forma di depressione post partum, che ha aggravato la sua condizione di persona fragile psicologicamente". Per questo il padre le aveva fissato degli incontri con specialisti, ma lei non sarebbe andata.

Il padre la difende: "E' stato un incidente" - "E' stato un incidente, mia figlia amava tanto suo figlio, lo ha voluto con tutte le sue forze. Ha avuto un parto complicato, rimanendo ricoverata per 10 giorni dopo la nascita del piccolo. Aveva già sofferto da piccolo per la perdita della madre. Era depressa e io avevo prenotato una visita specialistica per lei". Lo ha detto il padre della 26enne. Accanto a lui il padre del piccolo che si era riunita alla compagna dopo avere saputo della tragedia, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

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