pm: rapporti con i boss

Antonello Nicosia resta in carcere, il gip: "Gravi infiltrazioni mafiose nello Stato"

L'esponente dei Radicali era collaboratore della deputata di Italia Viva Giusy Occhionero. In un'intercettazione ha affermato "Messina Denaro è il mio premier". Faceva da tramite ai boss in prigione

08 Nov 2019 - 11:53
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"Infiltrazioni gravissime di Cosa nostra negli apparati dello Stato strumentalizzati per fini apparentemente nobili, in realtà volte ad alleggerire il rigore della detenzione dei mafiosi". E' quanto scrive il gip convalidando il fermo dell'esponente dei Radicali Italiani, Antonello Nicosia, finito in manette lunedì nell'Agrigentino per associazione mafiosa. Nicosia era collaboratore parlamentare della deputata Giusy Occhionero.

Nicosia messaggero dei boss in carcere L'attivista radicale faceva da tramite ai boss, che, insieme alla deputata di Italia Viva, andava a trovare in carcere nell'ambito di un'iniziativa sui diritti dei detenuti. In un'intercettazione Nicosia ha affermato: "Messina Denaro è il mio premier".

Gravi indizi di colpevolezza Il gip di Sciacca Alberto Davico non ha dubbi che i gravi indizi di colpevolezza indicati dai pm palermitani ci siano. A carico di Nicosia, come degli altri quattro fermati: il boss di Sciacca Accursio Dimino e i tre suoi favoreggiatori. Nella motivazione il giudice ha sottolineato "la spiccata pericolosità criminale" degli indagati e ha definito Dimino e Nicosia "a pieno titolo inseriti nell'ambito della criminalità organizzata di stampo mafioso".

Il giudice non indulge con la Occhionero  Ma se le valutazioni sui due fermati, accusati di associazione mafiosa, per quanto severe, erano attese, colpiscono le parole usate dal magistrato nei confronti della parlamentare di Italia Viva Occhionero che, ignorando la condanna a 10 anni e sei mesi per traffico di droga subita da Nicosia, gli aveva fatto un contratto da assistente parlamentare e ci andava nelle carceri a incontrare boss detenuti. Comportamenti che, secondo il giudice dimostrano o "un grave difetto di consapevolezza" oppure "una connivenza".

Garantita l'operatività dei boss Sospendendo il giudizio sulla posizione della Occhionero, al momento non indagata, il gip sottolinea però che "tramite un messaggio proveniente dalle carceri può essere ben ordinato un omicidio e garantita l'operatività di Cosa nostra". E parla di "infiltrazioni gravissime di Cosa nostra negli apparati dello Stato strumentalizzati per fini apparentemente nobili, in realtà volte ad alleggerire il rigore della detenzione dei mafiosi". Il riferimento è all'interesse mostrato dal Radicale per le condizioni dei carcerati, secondo l'accusa solo un paravento per entrare nelle celle, vedere i capimafia, portare all'esterno informazioni e messaggi e fare avere loro benefici.

La posizione della Occhionero è al vaglio dei pm di Palermo "Si osserva - aggiunge - che le prerogative attribuite in sede parlamentare ai fini di collaborazione dei membri delle Camere venivano distorte e strumentalizzate fino a fornire la chiave di accesso a un mafioso presso le carceri italiane ai fini dei contatti con i boss". Sta ora alla Procura di Palermo valutare la posizione della parlamentare, che da ottobre è passata da LeU a Italia Viva. 

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