Nel registro degli indagati, con l'accusa di peculato, sono finiti 83 parlamentari siciliani e 14 consulenti e dipendenti dei Gruppi
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Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, è a colloquio con il procuratore di Palermo, Francesco Messineo. L'esponente dell'Udc, tra gli indagati nell'inchiesta sull'uso illegittimo dei fondi per i gruppi dell'Ars, si è presentato in procura nella sua veste di presidente del parlamento siciliano e non di indagato.
A scoperchiare l'ennesimo scandalo della politica sono state le Fiamme Gialle. Nel registro degli indagati, con l'accusa di peculato, sono finiti 83 parlamentari siciliani e 14 consulenti e dipendenti dei Gruppi. "Io indagato? Mi scervello per capire dove ho sbagliato. Mi alzo la mattina e guardo in faccia i miei figli. Sono pronto a giustificare tutto con la tracciabilità. Spero che si faccia presto chiarezza", ha detto Ardizzone.
Spese rimborsate e non dovute per oltre 10 mln di euro - Gli investigatori hanno analizzato i conti della scorsa legislatura e di quella precedente, quando i Gruppi non dovevano rendicontare le cosiddette spese di segreteria: la finanza ha passato al setaccio migliaia di fatture, scontrini e documenti che avrebbero consentito a decine di deputati regionali di intascare circa 10 milioni di euro di rimborsi, secondo gli inquirenti, non dovuti.
Borse griffate, fumetti e gioielli fra le "spese pazze" - Borse Hermes e Vuitton, cravatte, biancheria intima griffata, gioielli e regali. E ancora soggiorni in alberghi extralusso e auto. La lista delle "spese pazze" dei deputati dell'Ars è lunga e ricorda quelle dei colleghi dei consiglieri regionali di mezza Italia finiti sotto inchiesta per l'uso illegittimo dei fondi destinati ai Gruppi.
Tra fatture e scontrini finiti sotto la lente della guardia di finanza anche quella di 179 euro per l'acquisto di alcuni fumetti "Diabolik", quella da quasi 5mila euro per cialde di caffè e il conto di 7mila per acquisti in diverse gioiellerie siciliane.