"Avete scritto cose false su di lei", ha affermato il ragazzo ai funerali. Gli amici: "Condannata per i piercing, grave". La droga comprata da una ragazza poco più grande di Ilaria e cedutale da una coetanea
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C'è anche una diciottenne indagata per la morte di Ilaria Boemi, la ragazza trovata morta su una spiaggia di Messina . Secondo gli investigatori, avrebbe acquistato la sostanza stupefacente ingerita dalla vittima. La diciottenne si aggiunge quindi nel registro degli indagati alla sedicenne che avrebbe ceduto la dose letale di ecstasy a Ilaria. Nella chiesa Valdese di Messina, folla e tanta commozione ai funerali della giovane.
Gli inquirenti hanno ricostruito quanto accaduto quella sera grazie al racconto dei due amici, una sua coetanea e un maggiorenne, che erano con lei quando si è sentita male.
Il fratello: "Scritte cose false su Ilaria, vergognatevi" - I giornalisti sono stati fatti uscire dalla chiesa prima dei funerali. Per il fratello di Ilaria, Lillo Boemi, "hanno scritto e continuano a scrivere cose false su di lei. Vi dovreste vergognare. Voi non sapete niente". Il ragazzo si è rivolto ai cronisti con gli occhi lucidi. Accanto a lui il padre della giovane, la madre e i due fratellastri.
La rabbia dei presenti: "Giudicata per i piercing, fatto grave" - Molti dei presenti ai funerali hanno espresso rabbia contro i giornalisti che avrebbero dipinto la ragazza come una drogata mentre era "dolcissima, splendida e aveva un rapporto ottimo con tutti". "Molti - dicono gli amici - l'hanno condannata per i piercing, è veramente molto grave, hanno dato dei giudizi affrettati senza conoscerla". I familiari la descrivono come una ragazza normale che studiava, amava i piercing, suonava la chitarra, frequentava una palestra e praticava judo.
Indagata una coetanea: le avrebbe ceduto la dose - E' stata interrogata dalla polizia di Messina, tutta la notte, la sedicenne sospettata di avere ceduto i cristalli a Ilaria Boemi. A fare il suo nome sarebbero stati due amici che erano con Ilaria prima che morisse. La ragazza al momento è indagata a piede libero. Sul caso sono attive due Procure: quella distrettuale e quelle per i minorenni di Messina.