A Lipari circa cento mammiferi in via di estinzione stanno mettendo in difficoltà 119 barche, ferme nei porti a tempo indeterminato
"Appena le reti si riempiono le rompono e mangiano i pesci, facendo pure selezione e lasciando quelli meno pregiati". Sono disperati i pescatori di Lipari, nelle Isole Eolie, tanto da indire uno sciopero a tempo indeterminato contro la voracità di un centinaio di delfini in via di estinzione che mangiano il loro lavoro. "Così non si può andare avanti e occorrono soluzioni definitive", sostengono. Sono 119 le barche ferme nel porto per protesta.
Da un paio di mesi a questa parte, i pescatori eoliani rientrano in porto con le reti vuote o quasi. "Abbiamo un calo di pescato che oscilla tra il 60 e il 70 per cento", spiega a La Stampa Salvatore Rijtano, presidente del Co.ge.pa., consorzio che riunisce buona parte dei pescatori delle Eolie. "Invece di tornare a casa con 10-15 chili di pesce, ormai i pescatori rientrano con 2-3 chili e non c'è modo di difendere pescato e nemmeno le reti, che vengono distrutte in maniera irreparabile", aggiunge.
Due sono i tipi di pesca esercitati alle Isole Eolie, entrambe insidiate dai delfini. La più caratteristica è quella al totano che si fa in due fasi, con le "totanare" che richiamano i molluschi dalle profondità del mare, e quindi con l'"ontrato", una specie di gancio che recupera i totani a una cinquantina di metri di profondità e li porta in superficie: "I delfini attaccano l’ontrato - continua Rijtano - e mangiano i totani prima ancora che vengano portati su", come succede anche nell'altro tipo di pesca, quella tradizionale con le reti a tramaglio, dove i pesci rompono le reti.
"Non dite che gli eoliani sono contro i delfini, perché per noi sono una risorsa al pari della pesca", avverte però il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni. "Occorre trovare un modo per rendere compatibile la presenza dei delfini - aggiunge il primo cittadino - con le attività di pesca che qui coinvolgono duecento operatori su una popolazione di diecimila abitanti".
I pescatori sono convinti che negli ultimi tempi le popolazioni delle due specie di delfini presenti nel mare dell'arcipelago siano aumentate. "In realtà - spiega la biologa Monica Blasi, a capo del Filicudi Wildlife Conservation che da 13 anni segue delfini e tartarughe delle Eolie - sono sempre gli stessi e anzi la specie Tursiope è in via di estinzione. Il problema è che i delfini hanno fame e siccome il mare delle Eolie è molto sfruttato prendono il pesce dove lo trovano". "La soluzione - propone la biologa - sarebbe la riconversione dell’economia locale, più turismo sostenibile e più agricoltura, meno pesca".
Da maggio a luglio, lo stesso Filicudi Wildlife installerà su alcune barche di pescatori dei "Pingers", dispositivi sperimentali che dovrebbero tenere i delfini lontani dalle reti. Per ora, dunque, i pescatori scioperano sperando che ministero e assessorato regionale si accorgano di loro ed intervengano.