Ignoti hanno incendiato un'abitazione del primo cittadino Angelo Cambiano, da mesi in prima fila per demolire ville e case fuorilegge
Il sindaco anti abusivismo edilizio di Licata, provincia di Agrigento, è finito nel mirino di chi non vuole procedere alle demolizioni. La scorsa notte qualcuno ha dato alle fiamme la casa di famiglia di Angelo Cambiano, primo cittadino del paesino siciliano. Un chiaro avvertimento, secondo gli investigatori, verso un'amministrazione che da alcuni mesi ha firmato un protocollo di intesa con la Procura della Repubblica di Agrigento per procedere alle demolizioni degli edifici non autorizzati.
Da settembre però, la cittadina di Licata è in rivolta contro tale protocollo: i proprietari delle case e delle ville fuorilegge che le ruspe stanno già demolendo non si danno pace. Prima alcuni si sono incatenati e hanno occupato il Municipio, poi hanno realizzato delle barricate umane e hanno querelato il Prefetto, il sindaco, il dirigente dell'ufficio urbanistico e persino i magistrati che hanno fatto applicare la legge.
Il primo cittadino ha già commentato l'atto di intimidazione e non esclude una retromarcia: "Farò una riflessione. I prossimi 5 o 6 giorni rifletterò - ha dichiarato Cambiano. - Non voglio essere un eroe. Ringraziando il cielo ho tutto. Se servire i propri territori significa rischiare la vita giornalmente, non ci sto".
Al sindaco è arrivata la solidarietà umana e cristiana dell'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro: "Si faccia chiarezza sull'accaduto e si continui con determinazione il cammino intrapreso per ripristinare nella città di Licata il senso di giustizia", ha commentato l'alto prelato. "Invito tutti - ha concluso - ad abbandonare i toni dello scontro e le azioni violente per intraprendere insieme ogni possibile iniziativa volta a recuperare un rapporto di dialogo e di riappacificazione sociale nel rispetto della legge e della dignità di ogni persona".