Almeno 19 persone sono finite in manette. Tra loro anche un sindaco e due esponenti della famiglia Inzerillo, costretta a rifugiarsi negli Usa dopo la seconda guerra di mafia e rientrata nel 2000
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Almeno 19 persone sono finite in manette in una maxioperazione internazionale della squadra mobile di Palermo, del Servizio centrale operativo della polizia e dell'Fbi di New York contro boss e gregari del mandamento mafioso di Passo di Rigano (Palermo). Il blitz, scattato da un'inchiesta della Dda di Palermo, ha svelato il forte legame tra Cosa nostra palermitana e la criminalità organizzata statunitense, in particolare con il potente clan Gambino.
Bloccato il ritorno degli Inzerillo - Le indagini hanno permesso di accertare che nel quartiere di Passo di Rigano avevano ricostituito la loro roccaforte importanti esponenti della famiglia mafiosa degli Inzerillo, una storica cellula criminale palermitana decimata dal capomafia Totò Riina negli anni '80, durante la seconda guerra di mafia. Costretti a rifugiarsi negli Usa e rientrati in Italia nei primi anni 2000, avevano ricostituito le fila della 'famiglia', anche grazie al ritrovato equilibrio con i vecchi nemici.
In manette anche il sindaco di Torretta - Tra gli arrestati, che sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato e concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, ci sono Francesco e Tommaso Inzerillo, rispettivamente fratello e cugino di Totuccio Inzerillo, boss ammazzato dai Corleonesi. Arrestato anche Salvatore Gambino, primo cittadino di Torretta (Palermo). Sequestrati beni per oltre 3 milioni tra mobili, immobili e quote societarie.
Il controllo del clan su tutto il quartiere di Palermo - L'inchiesta ha fatto emergere anche la forte capacità pervasiva, da parte della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, sull'economia del quartiere. Ciascun uomo d'onore, nel clan, aveva un ruolo e una mansione specifica nella gestione degli affari. Nel mandamento, inoltre, ogni attività economica - dalla fornitura alimentare, all'ingrosso, alla gestione dei giochi e delle scommesse online - era controllata dalla mafia che gestiva anche il racket delle estorsioni.