"CONTIGUO A COSA NOSTRA"

Mafia, confiscati beni per 100 milioni a un imprenditore

Calcedonio Di Giovanni, originario di Monreale (Palermo), è un imprenditore edile con interessi nel settore turistico alberghiero nel Trapanese

05 Ott 2016 - 12:45

Beni per oltre 100 milioni di euro sono stati confiscati definitivamente all'imprenditore edile Calcedonio Di Giovanni, originario di Monreale (Palermo) ma con interessi nel settore turistico alberghiero nel Trapanese. A Di Giovanni il Tribunale di Trapani aveva sequestrato il patrimonio già nel 2014. Secondo gli inquirenti, pur non risultando formalmente affiliato, sarebbe stato "contiguo" a Cosa Nostra e alla famiglia Agate di Mazara del Vallo.

Nel patrimonio confiscato, oltre a società con sedi a San Marino e Londra, rientra anche il noto villaggio turistico "Kartibubbo", sul litorale di Campobello di Mazara, che avrebbe ospitato in diverse occasioni mafiosi latitanti.

L'imprenditore sarebbe riusciuto anche ad avere accesso a finanziamenti pubblici - Di recente l'imprenditore, attraverso meccanismi fraudolenti, avrebbe avuto accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti anche interessi della mafia di Castelvetrano.

Inoltre, è stata accertata l'esistenza di una palese sperequazione fra i redditi dichiarati da Di Giovanni e il suo patrimonio, riconducibile, in gran parte, a proventi illeciti derivanti da lottizzazioni abusive, truffe, omissioni contributive, fatturazioni per operazioni inesistenti e di bancarotta per distrazione.

Sessanta milioni di euro il suo debito con l'Erario - Il Tribunale di Trapani ha quantificato in oltre sessanta milioni di euro il debito dell'imprenditore, che avrebbe evaso il fisco, nei confronti dell'Erario. A Di Giovanni sono stati imposti anche tre anni di sorveglianza speciale, con obbligo di dimora nel luogo di residenza.

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