Primarie per capo Cosa nostra, manifesti satirici a Palermo
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Lungo post social di Alessia Randazzo, responsabile legale della struttura sanitaria dove il boss era in cura per un tumore: "Non c'è schema di terapia che possa condurre a guarigione"
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A Matteo Messina Denaro è stato lanciato un appello a pentirsi da parte di Alessia Randazzo, responsabile area legale della clinica La Maddalena di Palermo, dove il boss era in cura per un tumore. Su Facebook, la donna si è rivolta all'ex super latitante chiamandolo con il nome che aveva usato quando frequentava l'ospedale oncologico: "Al signor Andrea Bonafede avrei da dire una sola cose: se facendoti prestare una vita che non meriti, nel cammino della malattia ti fossi specchiato in ognuno dei tuoi errori, adesso parla, fallo ora che sai che non manca molto al momento in cui quel bambino (il piccolo Giuseppe Di Matteo ucciso anche su ordine di Messina Denaro, ndr) e tutti gli altri te li ritroverai davanti".
L'avvocato ha quindi sottolineato le condizioni di salute dell'ex paziente, "scritte tutte nella cartella clinica della Repubblica Italiana. Per la quale, mi pare evidente, non c'è schema di terapia che possa condurre a guarigione".
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La responsabile legale ha quindi difeso la struttura sanitaria da "volgarità, insinuazioni e illazioni" circolate dopo l'arresto del boss avvenuto il 16 gennaio proprio nei pressi della clinica: "Ci sono persone che da oltre vent'anni escono di casa ogni mattina per servire e non per apparire e che con il loro lavoro hanno dimostrato concretamente che il miglior medico in Sicilia non è più l'aereo. Non è la prima, né sarà l'ultima che saremo chiamati a pagare un prezzo per i nostri sforzi, per quel peso quotidiano che ci opprime l'anima ma che abbiamo imparato a trasformare in abbraccio. Le spalle oramai si sono fatte larghe".
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