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Per la latitanza indagato un secondo medico. Il boss è stato sottoposto a una lunga visita medica: terapie attuate preferibilmente in carcere per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale
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Un secondo covo di Matteo Messina Denaro è stato scoperto dai magistrati della Procura di Palermo, dai carabinieri del Ros e dal Gico della guardia di finanza. Oltre all'appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto martedì, il boss avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker, una stanza blindata a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio di un'altra abitazione nella stessa area, una palazzina di via Maggiore Toselli 34. Il proprietario, il 70enne Errico Risalvato, era stato indagato e poi assolto nel 2001 dall'accusa di associazione mafiosa. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia (ora libero), imprenditore del calcestruzzi.
Al secondo covo gli investigatori del Gico della guardia di finanza sarebbero arrivati grazie all'analisi di alcuni dati catastali. Secondo fonti qualificate, proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme a un'analisi del contesto scaturita da un'attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo.
Nel bunker, che si trova a circa 300 metri dall'abitazione in vicolo San Vito, sono stati trovati gioielli, collane, bracciali e anche pietre preziose di dimensioni consistenti. Dovrà essere ora una perizia ad accertare l'autenticità e il valore dei gioielli e delle pietre trovate. Non sarebbe invece stato trovato ancora nulla di scritto.
L'oncologo trapanese Filippo Zerilli risulta indagato nell'inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss. Avrebbe eseguito l'esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l'identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta. Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri che devono accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle generalità del paziente. Nella lista dei possibili fiancheggiatori era finito anche un altro dottore: Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss, alias Andrea Bonafede, sia il vero Bonafede.
Matteo Messina Denaro intanto è stato sottoposto a una lunga visita medica nel penitenziario di massima sicurezza "Le Costarelle" dell'Aquila dal professor Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia a gestione universitaria dell'ospedale San Salvatore. L'incontro sarebbe durato circa un'ora. Secondo quanto si è appreso, nonostante uno strettissimo riserbo, tutte le terapie e le procedure verranno attuate preferibilmente in carcere per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale che farebbero scattare misure di sicurezza molto importanti.
Messina Denaro potrebbe partecipare in videconferenza all'udienza del processo ai mandanti delle stragi di Capaci e via D'Amelio in corso davanti alla Corte d'Appello di Caltanissetta. Nel penitenziario di massima sicurezza de L'Aquila è già stata allestita una sala attraverso la quale si svolgerà il collegamento.