Arrestati dai veri cc

Messina, finti carabinieri truffano anziana: rubati 50mila euro in gioielli

La donna era stata prima raggiunta da una telefonata che la informava di un incidente accaduto al figlio

11 Gen 2025 - 10:49
 © Carabinieri

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I carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari un 36enne e di una 44enne, entrambi della provincia di Catania, responsabili di truffa. I due sono accusati di aver raggirato una anziana a Mistretta (Me) nel maggio 2024. La vittima era stata contattata sul suo telefono fisso da una persona che, presentatasi come "maresciallo dei carabinieri", le aveva comunicato che il figlio si trovava in stato di arresto presso una caserma dell'Arma poiché era stato responsabile di un incidente stradale e che per la sua liberazione occorreva un'ingente somma di denaro. Spaventata e preoccupata, la donna aveva consegnato tutti i preziosi custoditi in casa per un valore di oltre 50mila euro a un uomo, poi identificato in uno degli indagati, che, dopo circa 30 minuti, si era presentato alla sua abitazione fingendosi come appartenente all'Arma. Da quanto appurato nelle indagini, i due, dopo il furto, si sarebbero quindi allontanati immediatamente con un'autovettura, poi risultata noleggiata, ma sono stati poi rintracciati.

Le indagini, sviluppate sulla scorta delle dichiarazioni rese dalla vittima e da alcuni testimoni, corroborati da accertamenti tecnici e dalle analisi dei sistemi di videosorveglianza, hanno permesso di documentare il modus operandi utilizzato dai due presunti truffatori, non basato su improvvisazione, bensì attraverso un’attenta pianificazione, attraverso la quale, avrebbero sfruttato la debolezza e l’ingenuità di un’anziana donna facilmente suggestionabile, poi contattata telefonicamente e raggirata con il “metodo del falso carabiniere”, con il chiaro intento di ottenere la fiducia ed accedere così in casa sua per farsi consegnare monili in oro e altri preziosi. 

L'operazione è il risultato di un'attività investigativa condotta dai carabinieri della Compagnia di Mistretta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Patti, guidata dal Procuratore Capo Angelo Vittorio Cavallo, dalla quale sono emersi gravi elementi indiziari

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