"grande preoccupazione"

Migranti, Onu su Lampedusa: "L'Italia non può essere lasciata sola"

Da gennaio a settembre sono stati 130mila gli arrivi nel nostro Paese, su un totale di 186mila ingressi nell'Europa del sud via mare

29 Set 2023 - 02:00
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La situazione migranti a Lampedusa è "motivo di grave preoccupazione. Unhcr è presente e apprezza gli sforzi delle autorità per decongestionare rapidamente l'isola, ma l'Italia non può essere lasciata sola nel rispondere ai bisogni degli arrivi". Lo ha detto a una riunione del Consiglio di Sicurezza, Ruven Menikdiwela, capo dell'ufficio di New York per l'agenzia Onu dei rifugiati. "L'Unhcr ha ripetutamente chiesto l'istituzione di un meccanismo concordato a livello regionale per lo sbarco e la ridistribuzione dei migranti che arrivano via mare, in uno spirito di condivisione delle responsabilità e solidarietà con gli Stati in prima linea".

Nel 2023 oltre 2.500 migranti morti o dispersi nel Mediterraneo

 "Dall'inizio dell'anno al 24 settembre, più di 2.500 migranti sono morti o dispersi dopo aver tentato di attraversare il Mediterraneo verso l'Europa", ha sottolineati il direttore dell'ufficio di New York di Unhcr. Questo numero "rappresenta un aumento di due terzi rispetto alle 1.680 persone nello stesso periodo del 2022".

Da gennaio a settembre 130mila migranti in Italia

 "Da gennaio al 24 settembre 2023, circa 186mila persone sono arrivate via mare nell'Europa del sud (Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta) con la maggioranza, oltre 130mila, arrivati in Italia (+83% rispetto allo stesso periodo nel 2022)", ha aggiunto Menikdiwela.

"Considerare le cause profonde che spingono a migrare"

 Il direttore dell'ufficio di New York di Unhcr ha poi spiegato che "le sfide dei movimenti misti di rifugiati e migranti richiedono una visione 'panoramica' dei movimenti delle popolazioni. Ciò implica non tenere l'attenzione al solo controllo degli arrivi alle frontiere, per considerare la loro complessità geografica in tutte le fasi delle lunghe rotte migratorie, a partire dalle cause profonde nei Paesi di origine, che includono conflitti e violenza, l'interazione con il cambiamento climatico, governance debole e mancanza di sviluppo".

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"Diritto di chiedere asilo alle frontiere"

 Menikdiwela ha sottolineato che "al centro di questo approccio c'è il riconoscimento dell'importanza del diritto di chiedere asilo alle frontiere, senza essere respinti violentemente. Non dovrebbe essere impedito agli individui di cercare protezione ai sensi del diritto internazionale, e servono rinnovati sforzi per stabilire percorsi migratori adeguati, legali e sostanziali in modo da mantenere in vita le economie e i sistemi sociali e fornire punti di ingresso adeguati per i migranti e percorsi complementari per i rifugiati".

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