© Ansa
© Ansa
"Mi dispiace, quell'uomo è morto da eroe e ho rischiato anche io. Non sono pazzo, ora ho paura, mi insultano sul Web e pure per strada", si giustifica il ragazzo strappato alle onde dal guardiacoste Visalli
© Ansa
© Ansa
"Vorrei ripetere alla moglie e i figli di Aurelio Visalli che non sono un pazzo e un incosciente a buttarmi in quel mare che poteva uccidermi. Piango per loro. Mi dispiace tantissimo per quell' uomo, è morto da eroe". La Repubblica ha raccolto lo sfogo tra le lacrime di uno dei 15enni di Milazzo (Messina) finito nel mare in burrasca e salvato dal guardiacoste poi annegato. Attaccato dal Web e per strada per quel post scritto in cui negava di essere stato strappato alle onde da qualcuno e poi cancellato, il giovane sottolinea: "Ora ho paura, anche nel vedere il mare, mi tornano in mente quei momenti".
"Non sono così pazzo da lanciarmi fra le onde che potevano uccidermi. Non ho fatto alcuna bravata, - continua a La Repubblica il 15enne, ricordando quei momenti. - Siamo caduti in mare vestiti, mentre facevamo parkour. In balia delle onde vedevo solo dei puntini sulla spiaggia. E urlavo: 'Non venite, non venite, è troppo pericoloso'. Ma lui si è buttato lo stesso, anche se mi ha sentito, ne sono sicuro".
"La notte mi sveglio e piango pensando ai suoi figli - aggiunge il giovane - Io, ve lo giuro, ero immerso dentro una tempesta e non l'ho visto, per questo quando sono rientrato a casa, dopo l'ospedale, ho scritto sui social che nessuno mi aveva salvato". Ora afferma di aver paura del mare e della gente sui social e sulla strada che lo insulta.
"Non è giusto - conclude. - Appena ho saputo che un uomo era annegato, ho subito cancellato il messaggio. E adesso chiedo scusa, ma anche io ho rischiato di morire".