La nave portoghese King Jacob, che era giunta per prestare soccorso, avrebbe quindi colliso con l'imbarcazione per colpa della guida disattenta dello scafista. Il racconto degli ultimi due naufraghi salvati prosegue: "Ci siamo aggrappati ai morti, abbiamo sentito il rumore dei motori e abbiamo urlato con tutte le forze che ci rimanevano". Poi i soccorritori hanno tirato su soltanto cadaveri. E una sorta di diario di bordo: un quaderno con nomi e cifre accanto che ora gli investigatori esamineranno per cercare di risalire ai responsabili di questo omicidio di massa.
"Dopo la collisione è scoppiato il panico" - Sabato sera, attorno alle 22, hanno raccontato i migranti agli operatori umanitari dell'Unhcr, dal barcone è stato avvistato il mercantile portoghese, che era stato dirottato in zona dalla centrale della Guardia Costiera. A quel punto il tunisino che era alla guida, e che è stato fermato lunedì sera dalla polizia, avrebbe puntato la prua dell'imbarcazione verso la nave ma, una volta avvicinatosi, avrebbe pilotato senza la dovuta attenzione. "Voleva guidare la barca - hanno raccontato i sopravvissuti - e allo stesso tempo nascondersi tra di noi". Dopo la collisione a bordo è scoppiato il panico: "Tutti hanno iniziato ad agitarsi quelli che erano più in basso hanno solo sentito l'urto ma non vedevano niente e volevano salire. Alcuni di quelli che erano sul ponte sono finiti in acqua subito. La barca ha cominciato a muoversi sempre di più e poi si è capovolta".
Pm: stimati circa 850 migranti a bordo - "Non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti", perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma "secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti". Così il pm che indaga sul naufragio. All'Unhcr i migranti hanno raccontato di esser partiti dalla Libia sabato mattina, attorno alle otto, e hanno sostenuto che a bordo c'erano circa 800 persone
"Esclusa responsabilità mercantile King Jacob" - Nessuna responsabilità può profilarsi, sulla base di quanto emerso, a carico del personale del mercantile King Jacob che ha doverosamente prestato soccorso e che non ha contribuito all'evento fatale". Lo afferma il procuratore di Catania, Giovanni Salvi. Le indagini sono state eseguite dalla guardia costiera, dalla polizia di Stato, dallo Sco di Roma e dalla squadra mobile della Questura di Catania.
"Imbarcato numero migranti sproporzionato" - Il barcone naufragato era "privo di ogni necessaria dotazione di sicurezza". Lo scrive la procura di Catania nella richiesta di incidente probatorio nei confronti dei due presunti scafisti, sottolineando che è stato imbarcato "un numero di passeggeri del tutto sproporzionato alle dimensioni del peschereccio".
Il racconto del comandante della "Gregoretti" - Il racconto dei due sopravvissuti è stato confermato dagli uomini della Guardia Costiera e del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta, che erano a bordo dei gommoni. "Siamo arrivati nella zona del naufragio attorno alle due di notte - ha spiegato il comandante della nave Gregoretti, Gianluigi Bove - del barcone non c'era più alcuna traccia, tranne alcuni detriti e chiazze di nafta. Siamo riusciti a recuperare due naufraghi, mentre altri 26 erano già a bordo della nave portoghese".
Il King Jacob era arrivato un paio d'ore prima. Quando dalla nave della Guardia Costiera hanno calato i gommoni non si vedeva a 10 metri di distanza. "Ho visto la gente in mare che gridava - racconta ancora Bove - abbiamo fatto di tutto per salvarli, ma non ce l'abbiamo fatta. E questa tristezza nessuno me la leverà mai".