La procura ha chiesto l'esame del Dna della madre e dell'uomo, quest'ultimo ai domiciliari e indagato per abbandono di minore
Svolta nelle indagini sul neonato trovato il 4 novembre vicino a un cassonetto a Ragusa: è stato arrestato l'uomo che ha detto di aver trovato il piccolo per poi chiamare i poliziotti. La madre, di Modica, chiese all'ex compagno di lasciare il bambino in ospedale, lui invece decise di metterlo in un sacchetto di plastica. Il bimbo è stato affidato a una famiglia. Il 59enne, ai domiciliari, è indagato per abbandono di minore.
Attesa per il Dna La procura ha chiesto l'esame del Dna della madre e dell'uomo per verificare se quest'ultimo possa essere davvero il padre del piccolo, cosa negata dal suo avvocato.
Il legale dell'indagato: "Nessun abbandono" "Non c'è stato nessun abbandono di minore. Confermo l'arresto e l'esistenza di una delicata indagine ma vorrei specificare che l'intervento della polizia e di un'ambulanza sui luoghi del presunto ritrovamento del minore non sono stati casuali, né frutto di indagine. E' stato infatti lo stesso indagato, in compagnia di un'amica, a chiamare le forze dell'ordine perché il neonato venisse trasportato al più presto in ospedale e lì, legittimamente, affidato alle cure dei sanitari ed a un'adozione, come previsto dalla legge", ha spiegato l'avvocato Michele Sbezzi, difensore del macellaio arrestato dalla polizia.
"La relazione con la donna finita sei mesi fa" L'uomo "aveva una relazione con la donna la quale non aveva mai detto all'indagato di essere in attesa di un bambino e i rapporti tra loro si erano interrotti circa 6 mesi fa. Quando la donna lo avrebbe chiamato chiedendo aiuto, lui si sarebbe recato da lei trovandola con il bambino in braccio. Ha preso il bambino con l'intenzione di portarlo in ospedale e poi avrebbe cambiato idea decidendo di andare al suo esercizio commerciale. Lì ha chiamato un'amica e insieme hanno allertato i soccorsi".
Secondo il legale, quindi, "nessun abbandono si è verificato e, anzi, la salvezza del neonato è stata assicurata proprio dal fatto che l'indagato abbia scelto di chiamare con urgenza le forze dell'ordine". Inoltre "l'indagato aveva già reso piena testimonianza alla polizia diversi giorni fa, senza nascondere nulla. Confido quindi che, già al primo interrogatorio, il gip vorrà revocare la misura degli arresti domiciliari".
Gli investigatori da subito avevano sentito l'uomo che aveva trovato il bimbo. Spiegava di aver notato, davanti alla sua macelleria, un sacchetto di plastica e di essersi avvicinato credendo che contenesse spazzatura ma poi, udendo alcuni gemiti, aveva scoperto il neonato. A quel punto, sempre secondo il racconto del 59enne, avrebbe chiesto aiuto a un'amica. Insieme decisero di avvisare le forze dell'ordine.
Due settimane fa, il piccolo è stato affidato a una famiglia per un anno, in attesa di una possibile adozione. Subito dopo l'arrivo del bebè, in città si era scatenata una gara di solidarietà e numerosi doni sono arrivati in ospedale. Sono stati consegnati tutti al tutore e, di conseguenza, alla nuova famiglia. A Ragusa è stato anche aperto un conto corrente intestato al piccolo: il bambino potrà utilizzarlo solo dopo il compimento dei 18 anni. Il neonato avrebbe potuto essere affidato in maniera diversa, senza nessun rischio per la sua vita: a Vittoria esiste una "cullina per la vita", un luogo dove è possibile lasciare i neonati senza essere visti.