Open Arms, a che punto siamo
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Si teme intanto una nuova strage al largo delle coste della Libia dopo che Alarm Phone ha segnalato un naufragio con almeno un centinaio di dispersi
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Mentre si teme per un maxi naufragio davanti le coste della Libia con almeno cento dispersi come riferisce Alarm Phone, Open Arms, a Lampedusa, aspetta segnali concreti dai governi di Italia e Spagna, dopo avere ricevuto, in via ufficiale, la disponibilità a collaborare per sbloccare lo stallo. Toninelli apre all'ipotesi di trasferire i migranti in Spagna su una nave della Guardia costiera. Nella notte sbarcati 9 naufraghi per motivi di salute.
Sbarcati altri 9 migranti per motivi di salute - Uno dei naufraghi è stato portato via in ambulanza. Altri due sono stati invece ricoverati nel Poliambulatorio per accertamenti: si tratta di un uomo con un aritmia cardiaca e una donna con un deficit visivo. Delle 9 persone, 8 hanno manifestato problemi di salute mentre la nona è una donna che ha accompagnato il marito. Gli altri sono stati portati, con un pulmino, nell'hotspot; uno di loro ha la scabbia, che sarà trattata direttamente nel centro di contrada Imbriacola, gli altri avrebbero sintomi di depressione e problemi psicologici. Al momento sulla nave spagnola restano 98 naufraghi.
"La situazione a bordo si complica ogni minuto" scrive in tweet Open Arms spiegando che insieme alle "8 persone bisognose di assistenza urgente" è sceso dalla nave anche un accompagnatore. "Chi non vuole vedere la situazione insostenibile a bordo - conclude il tweet - è incapace di provare empatia per il dolore degli altri".
Open Arms: "Impossibile arrivare fino in Spagna, governi mettano a disposizione mezzi" - "Se davvero un accordo è stato trovato, è indispensabile che Italia e Spagna si assumano la responsabilità di mettere a disposizione tutti i mezzi necessari", avverte Open Arms. Che però mette dei paletti. "Con la nostra imbarcazione a 800 metri dalle coste di Lampedusa, gli Stati europei stanno chiedendo a una piccola Ong come la nostra, di affrontare 590 miglia e 3 giorni di navigazione, in condizioni metereologiche peraltro avverse", evidenziano.
Il braccio di ferro tra il governo italiano e Open Arms - No dunque all'ipotesi di essere scortati dalle navi militari della Guardia costiera fino alle Baleari, perché, dicono Oscar Camps e Riccardo Gatti di Open Arms, "noi certamente non possiamo navigare con la situazione che c'è a bordo". Anche la seconda ipotesi, cioè quella di trasferire una parte dei naufraghi nelle navi militari mentre il resto rimarrebbe sull'imbarcazione spagnola, viene bocciata dalla Ong. La sensazione è che ci sia in atto un braccio di ferro, tra il governo italiano che vorrebbe definitivamente fuori dalle acque territoriali Open Arms e la Ong spagnola che, con il trasferimento dei 99 naufraghi, potrebbe riprendere la missione nel Canale di Sicilia.
Toninelli: "Pronti a portare i naufraghi in Spagna con una nave della Guardia costiera" - Nella tarda serata di lunedì arriva infine anche la proposta del ministro delle Infrastrutture. "A questo punto facciamo un ulteriore passo in avanti: siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia Costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms", scrive infatti Danilo Toninelli su Facebook. "La Spagna però - aggiunge - faccia prima, a sua volta, un passo in avanti e tolga immediatamente la sua bandiera dalla nave Ong".
Le proposte di Open Arms - La proposta di Toninelli sembrerebbe andare incontro alle opzioni valutate dalla Ong. Per Open Arms infatti i naufraghi potrebbero essere trasferito o in aereo o con traghetti di linea. "Per dare dignità a queste persone potrebbero trasferirli a Catania e da lì in aereo portarli a Madrid - è l'idea lanciata da Camps e Gatti -. Affittare un boeing per 200 persone costa 240 euro a passeggero. La soluzione Aquarius, lo scorso anno, per una nave della Guardia costiera è costata 250mila euro mentre la spesa per l'altra nave neanche si è saputa".
Ue: "Collaborare per trovare una rapida soluzione" - Alle parti si rivolge la portavoce della Commissione europea Natasha Bertaud: "Facciamo un appello agli Stati membri e alle Ong a collaborare per trovare una soluzione che funzioni e che permetta uno sbarco immediato delle persone". La Bertaud ha sottolineato inoltre che il commissario Dimitris Avramopoulos nei suoi contatti con gli Stati membri degli ultimi giorni ha sollevato anche la questione della Ocean Viking, la nave norvegese con 356 naufraghi a bordo da giorni tra Malta e Lampedusa.
La situazione nell'hotspot di Lampedusa - Intanto, lunedì mattina a bordo di tre pulmini, scortati dalle forze dell'ordine, 24 minori, tutti maschi, scesi dalla Open Arms sono stati imbarcati sulla nave Sansovino della Siremar, diretta Porto Empedocle. Sulla nave sono saliti altri 13 migranti, tra cui Hikma, l'etiope di 18 anni che ha raccontato le violenze subite per tre anni nelle prigioni libiche. Ma se in 37 hanno lasciato l'hotspot, altrettanti ne sono arrivati: si tratta dei migranti intercettati dalla Guardia di finanza in tre operazioni differenti. Nell'hotspot al momento ci sono 118 persone.
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